Il G7 di Taormina conferma come la UK sarà il port of entry Usa. I termini che emergono da Taormina sono chiari. C’è chi è a favore della globalizzazione, come la Signora Merkel e chi contro. Finalmente alla massificazione globalizzante si è organizzata un’opposizione. Questa si chiama Brexit e Trump.

Il G7 di Taormina conferma come all’interno dell’Occidente ci siano 2 visioni diverse. Una massificante e unitaria, per garantire gli standard di consumo, che si chiama globalizzazione. Un’altra che distingue le Nazioni e le culture, pur collaborando face to face. Nella globalizzazione (modello tedesco) c’è la massa e la coordinazione. Nel modello post globalizzazione l’analisi caso per caso. Nel mezzo, tra le 2 visioni, in piena crisi e nel guado, ci sono l’immigrazione e la cosiddetta “società aperta”. Quest’ultimi “concetti” restano nel vago e nessuno sa capire cosa voglia dire “essere aperti”. Aperti a chi e a cosa?

Del resto la globalizzazione si conferma sempre di più come un sistema consumistico. Essere contro la globalizzazione è uno degli atteggiamenti più naturali. La globalizzazione ha portato disoccupazione, delocalizzazione, immigrazione e concetti vaghi come la società aperta. 

Chiarite le 2 posizioni ecco la novità. Per aiutare la Gran Bretagna dalla vendetta della Ue, è probabile che gli Usa lancino una sorpresa. Questa consiste nell’escludere tutto l’import negli Usa dai singoli paesi. Non sarà più possibile per il produttore italiano esportare direttamente negli Usa.  Al contrario, l’Inghilterra, sarà il “port of entry” delle merci Ue negli Usa. Ciò significherà pagare un dazio agli inglesi e uno agli americani. L’unico modo per ovviare al doppio dazio, sarà quello d’aprire una sede operativa e di produzione nella UK. Oppure, e meglio, direttamente nel territorio degli Stati Uniti.

E’ strano che attualmente nessun commentatore (forse troppo giovani) sia stato capace di capire la tendenza. Questo è un guaio. Finché avremo manager ragazzini, la capacità di previsione resta ridotta.