Essere competitivi con il magazzino eccessivamente carico tanto da rappresentare un calo di liquidità d’impresa. Questa riflessione segue a ruota quanto appena qui pubblicato raggiungibile al link https://www.giovannicarlini.com/limpresa-che-ha-prezzi-bassi-gonfiando-il-magazzino/
Approfondendo il concetto e traendolo da fatti empiricamente verificati, si nota uno sforzo da parte del sistema d’impresa d’essere competiti sul prezzo; e fin qui nulla di nuovo. La riflessione parte dal come si “diventa” competitivi. In questo caso l’azienda ha provveduto ad acquisti di materia prima massicci e importanti per raggiungere uno sconto sul prezzo d’acquisto. Tale sconto viene rigirato sulla fornitura al cliente finale diventando “competitivi” nella fornitura finale.
Il ragionamento starebbe in piedi se quell’esubero di scorta, ridondante rispetto alla fornitura al cliente finale, fosse re-impiegato in prossima fornitura, ma spesso ciò non accade. Al contrario succede che il magazzino, che si viene così a creare nell’arco di pochi anni (in genere 3-4) raddoppi il suo valore rispetto a quel 25% che dovrebbe essere rispetto all’attivo circolante (per questo dettaglio tecnico si legga la precedente riflessione qui pubblicata il cui link di riferimento si trova in testata al presente).
Essere competitivi non vuol dire allargare il magazzino con materie prime e prodotti di cui non si sa quando verranno re-impiegati. Analizzando nel concreto la vicenda e contando i giorni di rotazione dei prodotti immagazzinati emergono 600 giorni, 700, 500. Tradotto vuol dire soffrire due problemi:
- carenza di liquidità per l’impresa i cui denari sono in magazzino anziché sul conto corrente bancario o in tasca all’imprenditore;
- un carico di magazzino che difficilmente si smaltirà esponendosi a prodotti marci, scaduti o non più utilizzabili, quindi una perdita secca di cui prima o poi si dovrà prendere atto (in genere il più tardi possibile)
Chiarito il concetto ora il punto decisivo: che si fa?
La scelta migliore è rimuovere chi ha proceduto nella politica degli acquisti anche se solitamente è lo stesso imprenditore. In questo caso è saggio affiancare al Capo dell’azienda un dipendente nominato specificatamente Capo Ufficio acquisti. A seguire un successivo approfondimento su questo specifico tema.