Il docente universitario non ha potere di censura sulle tesi che segue, ma solo d’indirizzo dello studente nella ricerca che sta svolgendo.

Giunge notizia  di uno studente universitario che in sede di tesi di laurea in economia, ha preso da questo sito spunto per discutere di fallimento della Repubblica Italiana. Si tratta di fallimento per eccesso di debito rispetto al PIL. Questo concetto, oltre ad essere spesso discusso sulla stampa e ad ogni livello politico come economico (vedi il piano d’assistenza Ue all’Italia per evitare che fallisca) non può essere liberamente discusso. La ragione? Censura e stupidità!

Un docente universitario non vuole sostenere come Relatore tesi che siano “audaci” e ben documentate. Non vuole farlo perchè è faticoso e soprattutto perchè si tratta di ragionamenti contrari al suo punto di vista personale e politico. Ecco dove la docenza fallisce!

Nelle università abbiamo una massa imponente di docenti che non vogliono seguire le tesi degli allievi, figuriamoci quelle impegnative.

Il soggetto in causa, purtroppo con cattedra, limita lo studente a cui nega l’approfondimento.

Lo studente non può discutere nella sua tesi di laurea sul fallimento della Repubblica Italiana per eccesso di debito sul PIL .

C’è una lamentela nazionale degli studenti verso i docenti universitario in ambito di tesi.

Quanto qui esposto non è un caso isolato ma un problema nazionale. E’ possibile che il corpo docenti delle nostre università non sia adeguato? Si è possibile, molto possibile.

A questo punto cosa si fa?

Il guaio è che questa generazioni di studenti è supina nel senso che non sa contrapporsi civilmente e intellettualmente al corpo docenti.

Lo studente dalla tesi vuole “il voto”, non cerca uno studio originale e innovativo.

Con questo abbiamo ucciso l’idea stessa d’Accademia come scuola di pensiero.

Come possiamo pretendere che l’Italia si risollevi se gli studenti si limitano al voto e i docenti universitari censurano a loro gusto le tesi? Caspita che tristezza.