Def documento di economia e finanza. Che cos’è e cosa bisogna sapere.

Il Def, in finale d’anno, 2018, è un documento molto dibattuto in Italia. Peccato, al contrario, questa previsione triennale dovrebbe essere sempre sotto l’attenzione della Nazione. Perchè quest’anno tanto interesse? Per la prima volta il Paese non si allinea alle direttive Ue. Se sia un male o un bene, è un aspetto che riguarda la Politica. Certamente per troppi anni si è vissuto con il dogma “l’ha detto l’Europa”. Oggi, quello che dice la Ue va confrontato e capito con gli interessi nazionali. Era ora!

Tanto per precisare si dice Europa, ma in realtà sono solo 27 paesi sui 46 che costituiscono il continente. Prima erano 28 all’orchè gli inglesi hanno dichiarato che è meglio essere britannici che europei. Vedi Brexit. Che la Ue resti a 27 ci sono forti dubbi. Polonia, Ungheria, Grecia e Italia stanno rivedendo la loro posizione. La prima vittima di questo processo di revisione sarà la moneta unica. Finalmente si tornerà allo SME (il serpente europeo). Significa monete nazionali in coordinazione tra di loro con una band di oscillazione precisa (+/- 2,5% rispetto a una parità centrale).

Il documento di programmazione economica e finanziaria nasce nel 1988 come DPEF per assumere nel 2009 la struttura a Def. E’ saltata la parola programmazione. Un’altra novità si è aggiunta nel 2011 per adeguarsi al “semestre europeo”. Si tratta di un periodo di analisi dei bilanci di stato di tutti i paesi partecipanti. In questo modo, nel primo semestre dell’anno, si conoscono le prospettive economiche dell’intera comunità europea.

Il Def riguarda 3 anni e si articola in 3 documenti. Il primo e il terzo vanno alla Ue mentre il secondo resta ad uso nazionale. Dando un nome al primo documento, si chiama PROGRAMMA DI STABILITA’. Il secondo si chiama ANALISI E TENDENZE, quindi l’ultimo PNR, ovvero PROGRAMMA NAZIONALE DI RIFORME. Come detto il primo e il secondo vanno inoltrati al Parlamento entro il 10 aprile quindi alla Ue per il 30 aprile. Il Governo Gentiloni presentò il Piano al Parlamento Nazionale il 26 aprile, quindi in ritardo. Infatti quel governo resta nella memoria nazionale come “pasticcione”.

Entro il 27 settembre di ogni anno. il governo presenta al Parlamento la NOTA DI AGGIORNAMENTO AL DEF. Quanto si sta discutendo in questi giorni in Italia.

Interessante spendere qualche nota di riflessione sul PNR. Il PROGRAMMA NAZIONALE DI RIFORME nasce seguendo gli intenti della “strategia di Lisbona”. Successivamente nel 2011 la strategia è mutata in altro documento che è noto come Europa 2020. Di fatto a Lisbona si sono stabilite 24 linee guida. Le linee sono raggruppate nel PNR in 3 documenti. Il primo è di natura macroeconomica. Quindi il secondo per le riforme e microeconomia per concludere con il terzo dedicato al lavoro.

Il meccanismo Def non ha dato i risultati che ci si attendeva, perchè le previsioni sono solitamente sbagliate.