Sanzioni e loro efficacia; il tema si presenta particolarmente complesso sia per i numerosi aspetti da considerare sia perchè in questa sede si è deciso d’affrontare l’argomento sul piano macroeconomico e non politico, sociale, militare o strategico.

Ecco il punto: una sola parola implica una serie importante di punti di vista tutti interconnessi. Sorge ora il quesito: è corretto ai fini della completa comprensione della vicenda, limitarsi ad un solo punto di vista, appunto quello macroeconomico qui scelto? La risposta non è facile.

L’opinione prevalente è di sconfinare, per solo una volta, su altri aspetti della stessa vicenda per “apporre i confini al ragionamento”. Mi spiego, a patto che non diventi metodo & sistema, è possibile, saltuariamente allargare la visuale per capire meglio e di più rientrando successivamente nel tema fondamentale, che in questo caso è rappresentato dal taglio macroeconomico.

La tecnica dell’allargamento misurato e contingente, per poi rientrare nell’alveo del ragionamento di base, non rappresenta un azzardo, ma applicazione del METODO DI RAGIONAMENTO.

La diffusa sensazione, relativamente alle sanzioni e loro efficacia, è che rappresentino una mezza soluzione per chi non ha il coraggio o la determinazione di battersi sul campo.

Nel caso l’Iran si confermi “stato canaglia”, e il paragone si replica in pieno per la Russia nazionalista del “Putin”, le sanzioni trovano il tempo che trovano. Rappresentano “l’arma” di chi non ha il coraggio d’opporsi validamente. La soluzione reale prevede o il confronto militare o la destabilizzazione politica dell’avversario con annesso colpo di Stato. Qualsiasi altra procedura contraddistingue una voluta perdita di tempo nello stile più schietto già osservato nell’organizzazione mondiale delle Nazioni Unite e nella Comunità politica europea a trazione politica di sinistra. Più di chiaro di così è difficile esprimersi.

Sanzioni e loro efficacia? Nulla, non hanno nessun effetto reale, servono solo a giustificare un’azione politica vuota, inconcludente e fine a se stessa. La storia non si svolge a colpi di sanzioni, ma sul campo di battaglia o quello politico quindi della diplomazia.