Artigiano negato come imprenditore. Ho provato a farlo evolvere ma non c’è nulla da fare. Peccato. Le intenzioni non hanno seguito la volontà. Accade anche questo.

Artigiano negato come imprenditore è il titolo dell’ultimo impegno svolto. Non ho avuto successo. Per questo motivo, l’esperienza vissuta diventa qui, argomento di riflessione. Tirando le somme di questo tentativo, emergono delle osservazioni che sono:

  • è artigiano colui che vuole assolutamente tutto sotto il suo controllo. Significa che deve vedere chi lavora con lui. L’artigiano non riesce a cogliere il valore della consulenza. Non solo. In genere l’artigiano, come l’imprenditore immaturo, è schiavo del commercialista. Si tratta di un duo molto affiatato nel bene come nel male. Infatti 10mila imprese fallite a Milano d’artigiani erano tutte seguite da un commercialista! Questo vuol dire che il duo artigiano-commercialista spesso non funziona nello sviluppo aziendale. Per questo esiste la figura dell’aziendalista.

  • Si tratta di professionisti che non restano dietro la scrivania, impegnandosi direttamente sul mercato. Il limite 1 (uno) del commercialista è quello di non conoscere neppure l’azienda del suo cliente. Al contrario dell’artigiano, grazie a Dio, c’è l’imprenditore. Quanto qui scritto però non rappresenta una pietra tombale sulla figura dell’artigiano! L’esperimento in questo caso è fallito, ma ha offerto la via per lavorare meglio in un nuovo caso. Passiamo ora alla figura dell’imprenditore.

  • è imprenditore chi sa delegare e lavorare nell’istituto della fiducia. Il consulente con l’imprenditore è in grado di poter sviluppare tutta la sua potenza. Ovviamente ricordo figure d’imprenditore (il caso a nord di Vicenza) incapaci di un buon lavoro con il consulente aziendale. Ci sono in giro molte figure imprenditoriali immature, questo è vero. Nonostante ciò, si riesce ed è possibile lavorare con un imprenditore. Anche qui il commercialista ha un peso rilevante. In genere ciò misura l’immaturità dell’imprenditore. E’ immaturo quel capo aziendale molto dipendente dal commercialista. Quando si assoda questo aspetto, è meglio lasciare l’azienda al suo destino.

Conclusioni. Un artigiano negato come imprenditore, non è una scoperta sensazionale! Abbiamo anche individuato alcuni parametri d’immaturità dell’imprenditore. Finché queste figure non saranno educate al meglio, l’intera economia nazionale resta al palo. Peccato che neppure la Confindustria sia cosciente di questi limiti.

Detto tra noi sapete cosa ha perso l’artigiano? Per lui avrei portato a brevetto delle idee nel cassetto e venduto la scoperta. Questo vuol dire che con un paio d’idee, mai valorizzate da 20-25 anni, avrebbe portato a casa l’intero fatturato di 1 anno grazie al consulente. Ecco dov’è rivoluzionario l’aziendalista rispetto alle altre innovazioni. Però sono concetti che pochi capiscono tra imprenditori! Peccato.