Il social come alfabeto e algebra di chi si affida alla mera sintesi dei concetti. Si tratta di quella gente che esordisce con, “praticamente”, che ha bisogno di sintesi per capire.

Zygmunt Bauman ha già definito l’uso e abuso d’internet come la sintesi di un pensiero mai evoluto.

In pratica che cosa sta accedendo?

Nonostante stiamo spendendo, come Stato, 6.900 euro per anno a studente (una fortuna) la gente si vuole limitare ai titoli anzichè il loro contenuto. Ne consegue una sterilità di pensiero impressionante.

Chi discute, ad esempio, sulla maschera di protezione dai virus cinesi o sul vaccino, non entra mai nel merito profondo del tema, limitandosi ai “titoli” di slogan ad effetto.

Possibile che ci siamo ridotti alla sintesi, all’enunciato dell’argomento, incapaci di un profilo più intenso di pensiero?

Eppure lo Stato ha svolto la sua parte come investimento; perchè abbiamo sprecato il denaro pubblico investito dentro di noi?

In più grande spreco dell’era contemporanea consiste in questo. Anni e anni di scuola che sono costati una fortuna, letteralmente ridotti a carta straccia nel bidone della spazzatura.

Ad esempio, quel tizio, italiano, pregiudicato, che ha tentato di violentare una ragazza introducendosi dalla finestra in casa della donna e l’ha uccisa nel bresciano. Fatti di giorni fa. Il tipo è stato arrestato a Firenze correndo con una motocicletta su cui scritto “il Duce”. Quanti anni di scuola ha sostenuto il soggetto? quant’è costato alla comunità formarlo, ma soprattutto chi l’ha formato, quale Scuola e insegnanti hanno lavorato su di lui?

La Corte dei Conti non apre un procedimento d’accertamento della responsabilità amministrativa sullo spreco di denaro pubblico in quel caso. Un procedimento a carica del e dei Presidi delle più scuole che ha frequentato il tizio e annessi insegnanti. Peccato che non lo si faccia!

Certamente la persona più modesta e a corto d’idee s’affida al social come alfabeto espressivo, in sostituzione di quanto dovrebbe avere, ma non sa utilizzare.

L’uso intenso o meno di social, esprime lo spessore dell’immaturità.

Zygmunt Bauman community