Immigrati allo sbando esprime la sintesi dell’attuale condizione di “gestione” dell’immigrazione.
Vuol dire che ogni giorno (non si sa perchè) lo Stato accetta che sbarchino o pervengano centinaia d’immigrati nel nostro Paese.
La Chiesa cattolica, in forma del tutto improduttiva sul piano sociale, invita all’accoglienza acritica e caritatevole.
I partiti di sinistra ambiscono al cambiamento della base elettorale della Nazione, per arrivare saldamente al Governo, senza contare più sui colpi di stato in bianco nello stile dei Presidenti della Repubblica, Mattarella e Napolitano.
Va anche considerato che ogni immigrato illegale e clandestino, vale 35 euro/giorno (per cui c’è un affare sotto che nutre le Organizzazioni “senza fine di lucro”).
Con tali premesse i cittadini (quelli residenti del medesimo ceppo culturale) sono sballottati tra l’accettazione e il rigetto della massa umana immigrata. Grande responsabilità, in tutto ciò, se la porta dietro oltre il Vaticano, anche l’attuale Presidente della Repubblica.
In realtà, e come al solito, il problema è mal posto, tanto da non poterlo comprendere; forse appositamente.
Analizzando il fenomeno ci troviamo con 10 milioni d’immigrati in Italia tra già resi cittadini (5 milioni) e a piede libero (illegali).
Tali persone sono fuggite dai rispettivi Stati, senza contribuire alla risoluzione del loro problema di benessere sociale, politico ed economico. In pratica gente che ha rinunciato a lottare per la loro società.
In Occidente, la nostra storia è costellata di Rivoluzioni (francese, americana, inglese, industriale …..). La stessa storia dell’Africa o del mondo Islamico è completamente priva di “rivoluzioni”.
Per risolvere il proprio problema di vita, si deve emigrare a casa degli altri, o lottare nella propria nazione?
Con questo ragionamento gli immigrati (legali o no, con carta d’identità o privi) in realtà è gente che fugge senza risolvere. Ecco il concetto d’immigrati allo sbando.
Come si risolve il problema?
L’invito è a rendere degli immigrati allo sbando di oggi, imprenditori nel loro Paese con fondi nostri.
Fondi che si traducano non in denaro, ma merci e manufatti italiani per lo sviluppo, a casa loro.
Forse è un concetto troppo difficile per cui vuole sovvertire la base elettorale della Nazione.