La mentalità di arredo urbano nord americana

 

Esiste una scuola di arredo urbano nord americana? In effetti si, e mai come in questo filone di idee, sociologia e organizzazione della città si armonizzano. A Buffalo la scelta tra parco o giardino, oltre ad affiancarsi ad una politica sociale molto evoluta, si calibra al tipo di residenti. Ad esempio, se i singles, che vivono nella prima periferia, preferiscono il giardino, le famiglie, al contrario, il parco. Si accomodano nella preferenza al parco anche gli ispanici, mentre i bianchi…..

Buffalo è una città statunitense di confine, affacciata sulla regione dei Grandi Laghi. Solo 40 miglia a nord, ci sono le cascate del Niagara e quindi il territorio dell’Ontario. Il motivo, per cui questo centro abitato è stata preso ad esempio, è per analizzare, sia le influenze canadesi che quelle statunitensi, in materia di arredo urbano. Non è comune che si pensi al verde da allestire in un certo quartiere, studiando prima di tutto il tenore sociale, economico, razziale e condizione delle persone, che vivono da residenti. In questo senso, forse i pensionati (retired) hanno bisogno di un tipo di “verde in arredo urbano” diverso da una chiassosa scorribanda di ragazzini usciti dalla scuola? Ma soprattutto, il vero quesito consiste nel capire se esiste una scuola o un pensiero di arredo urbano che, oltre a prevedere un collegamento tra residenti e tipo di “verde”, sappia anche descrivere come le città possano vivere in territori immensi. A conti fatti il centro urbano litiga con lo spazio che lo circonda, convive oppure è organizzato secondo un certo orientamento? Seguendo questo filone di riflessione, quali sono i costi di una scelta con l’altra, ma soprattutto esiste un metodo di convivenza oppure tutto è posto a caso, come spesso accade?
In effetti una “scuola nord americana” da cui attingere/scambiare idee, per noi europei, esiste.
I capisaldi, su cui ruota il pensiero canadese-statunitense, sono l’uso del parco cittadino come polmone verde e luogo di aggregazione.
A questo punto, esaminando le scelte adottate dalle diverse metropoli nordamericane si nota una divaricazione tra stili ed interpretazione della teoria.
Se alcune di queste (Chicago, New York, Boston, Quebec e Montreal) hanno preferito allestire grandi parchi fuori dalla città, dando sfogo al cuore del centro, Buffalo e Toronto restano ad incarnare il senso profondo della teoria nord americana di arredo urbano, perché per loro, il parco è parte dell’arredo cittadino. Infatti, se le altre soluzioni urbane, portando il parco fuori dal contesto abitativo, ne salvano comunque il concetto, non lo adeguano però alle necessità dei suoi residenti. Invece Buffalo e Toronto, hanno voluto valorizzare, all’interno dei loro confini, “il parco”, moltiplicandone a dismisura le estensioni, il numero e la coordinazione tra bisogni dei residenti e tipologia di estensione a verde.
Secondo questo concetto, Buffalo conta 156 “isole” urbane destinate ad area verde che possono assumere o il ruolo di parco o di giardino. Lo sviluppo di queste aree avviene su un’estensione di tutti i tipi ed è presente in ogni angolo. In questo modo è coperto il 37% del tessuto urbano. Toronto non è da meno, (48% di copertura a verde) incorporando nel tessuto cittadino, intere isole a verde, in assenza di traffico, nella loro funzione di parco. Qualcosa di simile è osservabile anche a Seattle, sulla costa del pacifico e non a caso, questa città statunitense è molto vicina al confine canadese ed alla sua omonima Vancouver. Tornando all’esempio di Buffalo, dove sono stati trovati così tanti spazi a verde da adibire a parco per la città? Ovunque! Sotto i ponti, ad esempio; ci sono strisce di parco, con panchine e rigagnoli d’acqua, che si sviluppano per 150 metri in lunghezza e 30 di larghezza. In pratica prendono le dimensioni della sovrastante strada ad alta percorrenza, coprendo il tratto tra un pilone e l’altro e la larghezza della carreggiata.
Proseguendo nella ricerca di aree da assegnare a verde, seguono i cortili esterni delle scuole, come degli uffici pubblici, zone dismesse, settori portuali non in uso. La conversione di tutto quanto è possibile ad arredo urbano non è fine a se stessa per Buffalo.

Prima della globalizzazione, questo centro era un impegnativo polo industriale siderurgico a piena occupazione. L’ingresso sul mercato di merci e prodotti cinesi, ha di fatto costretto alla chiusura l’intera capacità industriale della città. La conversione è stata un evento drammatico!
Da operai siderurgici, i cittadini di Buffalo sono dovuti diventare docenti universitari e bidelli, aprendo una fiorente fabbrica di cultura tra college e più sedi accademiche. Questo però non è bastato a risolvere i problemi di occupazione, infatti dallo zero degli anni Novanta, oggi Buffalo soffre di una disoccupazione al 12,5%, che per gli USA è un dato “altissimo e fuori norma”, in quanto gli standard della nazione si attestano mediamente sul 5,1%.
Non solo, ma il processo d’adeguamento ai nuovi livelli economici, ha scatenato un’emigrazione della popolazione fuori dall’area di Buffalo, tanto che tra il 1990 ed il 2005 i residenti sono calati del 10,8% ed ancora di un 4,4% negli ultimi 5 anni.

Nel novero di tutte le iniziative di riconversione urbane, Buffalo ha pensato anche e soprattutto alla gente, ai cittadini, a quelli integrati come a chi vive ai margini della società. L’idea del parco/giardino, ovvero di un’area collettiva organizzata per ospitare le persone, è uno dei passaggi di fondo, che l’amministrazione di Buffalo ha voluto affrontare per tenere più uniti i cittadini.
Giusto o sbagliato che sia, questa scelta contribuisce a gestire anche un dato di criminalità sociale, che resta ancora molto alto rispetto alla media nazionale.
Il City-data.com “crime index” indica per il 2004, nell’intero territorio degli Stati Uniti, un indice pari a 327,2 crimini ogni 100.000 abitanti. Su questo riferimento, Buffalo soffre di eventi criminosi pari a 617,3 casi ogni 100,000 abitanti nel 1999, che sono diventati 634,3 nel 2004.

A questi dati, si aggiungano, per maggiore chiarimento quelli delle altre più importanti città, registrati nel 2004: NY 284,6 – Chicago 584 – Detroit 822 – San Francisco 450 – Washington 603.

Ma questo importo va applicato non al solo centro urbano, bensì all’hinterland. La differenza tra città e periferia è che la prima si estende per 40 miglia quadrate, mentre la seconda sul doppio. I dati pubblicati sono per l’intera area di Buffalo, mentre, se applicati ai confini urbani, dove è in azione la politica del parco/giardino, il risultato cambia radicalmente.
Analizzando il numero di crimini per singolo quartiere, si rileva come, il parco/giardino, se sorvegliato nelle ore notturne (mezzo camere ad infrarossi) e frequentato dalla popolazione in quelle diurne, il tasso di criminalità tendenziale cala del 27%. Come dire che il verde scaccia gli eventi delittuosi. Quindi un’oculata gestionedell’arredo urbano calma gli animi bollenti? Il grafico è tratto da dati federali.
Ovviamente l’arredo urbano è solo uno strumento, nelle mani degli amministratori pubblici, per governare la città. Resta di fatto che, congiuntamente ai pasti nelle scuole, ai sussidi di disoccupazione, alle feste di quartiere, ai posti di lavoro statali, alla libera impresa, la collettività di Buffalo riesce a vivere in forme più “civili”, che in altre metropoli nord americane.
Queste considerazioni sono rivolte al capo di gabinetto, per il verde pubblico, della municipalità di Buffalo, il Signor Joseph N. Giambra, telefono: (716) 884-9660.

Giambra: Signor Giambra, grazie per aver ricevuto la stampa italiana e la rivista ACER nel suo ufficio, possiamo definire l’esperienza della città di Buffalo, anomala rispetto le altre metropoli statunitensi?

Giambra: non esagererei, consegnando a Buffalo un primato che non ha. Molte città statunitensi, su entrambe le coste hanno dovuto affrontare duri quanto immediati processi di riconversione, imposti dall’economia mondiale. L’unica vera differenza tra gli USA e l’Europa, se mi consente, è l’assenza, da noi, di un movimento sindacale ideologicamente organizzato e contrapposto alla gestione del potere pubblico. In assenza di forti attriti, pur in debito di soluzioni da adottare per l’emergenza, la municipalità assurge così a vero ed esclusivo centro motore di azione contro la calamità o problematica che sia. Con questa metodica, il sindaco di Buffalo ha veramente spaziato ala ricerca di soluzioni facendo anche del verde un aspetto della sua politica sociale.

Domanda: quindi mi sta dicendo che l’arredo urbano a verde è un qualcosa di più a disposizione della politica sociale del sindaco che può esserci come anche no?

Giambra: No, non ho detto questo. L’arredo urbano a verde è parte della politica di gestione della municipalità; diciamo che costituisce uno degli aspetti tradizionali della nostra azione politica.

Domanda: questa tradizione nella gestione del verde per fini sociali, trova un fondamento in qualche corrente di pensiero urbanistico architettonica?

Giambra: non so rispondere a questa domanda, sicuramente quanto da noi sviluppato ci accomuna allo stile delle città canadesi, per cui tra le due sponde del confine, in realtà adottiamo e valorizziamo gli stessi aspetti. In fin dei conti, che si tratti di scuola canadese o statunitense, vivendo nel medesimo ambiente naturale, ricorriamo agli stessi strumenti nella gestione della dinamica pubblica.

Domanda: può parlarmi di quanti parchi e giardini avete realizzato?

Giambra: allo stato attuale si tratta di 156 aree tra parchi e giardini, per la precisione possiamo indicare in 101 i giardini e 55 i parchi. Su un’estensione di 80 miglia quadrate tra centro residenziale e periferia, l’area verde conta al 37% pari a 29,6 miglia. La differenza è nell’estensione ed organizzazione dell’area. Sotto i 2 acri ed in assenza di giochi per bimbi, ma solo con panchine, troviamo il giardino, ovvero un luogo di transito e breve soggiorno. Diciamo per consumare il pasto nell’intervallo lavorativo. Il parco è invece un’area a verde attrezzata per sostenere la presenza prolungata di interi gruppi familiari. Necessitano quindi bagni, ampie zone di ombra, panchine e tavoli per la consumazione di pasti, giochi per i bimbi, magari zoo per intrattenimento etc.
Praticamente la grande differenza tra giardini e parchi è nel numero di ore di “utilizzo” da parte dell’utenza nella fascia diurna. I nostri parchi sono stati progettati ed organizzati per permanenze superiori alle 2 ore da gruppi familiari o comunque numerosi (meeting ed altro).

Tabella 2

SCHEDA DI CHIARIMENTO: la differenza tra parchi e giardini

Il giardino il parco

Area con estensione inferiore a 2 acri area superiore ai 2 acri

Infrastrutture leggere come panchine panchine, bagni, aree gioco

Più del 70% in area assolata più del 50% in ombra

Viabilità interna essenziale itinerari dedicati

Fauna assente o spontanea flora e fauna progettata ad hoc

Area capace di sostenere brevi soste area per prolungate soste

Area per persone sole o piccoli gruppi area per ampi gruppi familiari

Area con presenza di bimbi in tenera età area per adolescenti e bimbi
Domanda: questo tipo di progettazione del parco richiede una conoscenza della tipologia di persone che risiedono in quel certo quartiere. Anche questo è un dato che voi tenete in considerazione?

Giambra: decidere se aprire o meno un parco in una certa area, richiede per forza di cose la conoscenza dei suoi possibili fruitori. Mi spiego. Una massiccia presenza di anziani e singles ci induce a preferire il giardino anziché il parco. Questo per motivi che gli stessi interessati hanno indicato in più occasioni, per cui se i singoli hanno bisogno di aree dove incontrarsi e proseguire oltre, gli anziani gradiscono piccoli spazi, particolarmente diffusi e attrezzati, dove sostare limitate porzioni del loro tempo diurno. Al contrario, le famiglie, gli ispanici, e gli oriundi indiani, cercano il parco; l’ampia porzione di verde attrezzato dove sostare a lungo. Con questi parametri andiamo ad aprire o modificare un parco in giardino e viceversa. Ovviamente i dati sono indicativi e lo spazio è il vero tiranno, che ci obbliga verso una scelta o l’altra.

Domanda: esaminato l’aspetto sociologico, mi può parlare più nel dettaglio di come organizzate i giardini o parchi? Ad esempio l’acqua, chi irriga le piante? Quanti dipendenti avete, quanto costa il vostro budget?

Giambra: Il dipartimento parchi e giardini nello stato di New York è a se stante e non parte di altre organizzazioni. Si articola in 3 divisioni: la prima cura l’organizzazione dei parchi, la seconda l’aspetto ricreativo ed infine la divisione forestale intesa come implementazione di aree boschive in città come nei sobborghi. Su un totale di 2.587 dipendenti comunali (al 2005) il dipartimento si struttura con 3 manager, 5 disegnatori/progettisti, 17 amministrativi, 93 giardinieri e 18 agenti di polizia. Ci avvalliamo occasionalmente del servizio di garden e questo specificatamente nella stagione estiva. Con 184 mezzi ruotati, gestiamo, puliamo, ma anche progettiamo e realizziamo tutte le aree a verde della città. Il budget è di 110 milioni di dollari

Domanda: la ringrazio, prego prosegua, mi parlava dell’organigramma del dipartimento

Giambra: in merito alla cura e fornitura di acqua alle piante, fortunatamente la nostra area e così tutta quella al confine con il Canada, gode di un piovosità, che assicura la vita ai nostri parchi e giardini. La prateria si estende più a sud; St. Louis è una delle porte di accesso di un’area, appunto la prateria, che è troppo umida per essere un deserto, ma secca per ospitare alberi e foreste non ci tocca come zona. I dati relativi alla qualità del nostro clima e pertanto i costi di gestione che ne conseguono, sono i seguenti:

Domanda: a NY ho potuto assistere ad un programma che conta il numero di alberi presenti in città e ne cura le eventuali problematiche; avete anche voi questo tipo di impegno?

Giambra: Ma NY è the big city! Ci consenta, noi siamo solo una città di confine con spunti originali nella gestione del benessere cittadino. Comunque a fronte dei 25.000 alberi di NY, noi ne abbiamo circa 16.200 ovvero una percentuale per acro maggiore, rispetto a “the city”, ma in questo gioca molto il clima.

Tabella 5 numero di alberi per acro nello stile di arredo urbano statunitense

NY acri di arredo urbano: 35.000 Buffalo acri di arredo urbano: 12.000

Alberi presenti 25.000 Alberi presenti 9.200

Presenza media 0,7 1,35

Domanda: riesce a descrivermi com’è distribuito il verde nell’area urbana per aiuole stradali, parchi e giardini?

Giambra: facendo riferimento alle statistiche municipali posso affermare che abbiamo una maggiore cura per l’interno del tessuto urbano rispetto alla periferia e questo per un motivo specifico. Negli anni Ottanta la criminalità aveva un peso e ruolo più all’interno della cinta urbana che nei sobborghi, da qui la scelta di curare in maniera particolare le vie e l’interno di Buffalo. Oggi la situazione ha risposto alle nostre sollecitazioni e ci stiamo espandendo, in termini di gestione di aree verdi anche in periferia.

Tabella 6 – rapporto tra zone della città, miglia quadrate quindi acri e aree a verde, per parchi e giardini e aiole stradali

Area Area in miglia quadrate Area in acri Area parco in acri Miglia di strade a verde
città 40,6 25.983,83 6.948,57 94,3
periferia 41,0 26.239,84 5.152,93 203,2
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TOTALE 81,6 52.223,67 12.101,5 297,5
(i dati provengono dall’Official Directory dello stato di NY città di Buffalo anno 2003-2004)

Domanda: ho notato come parchi e giardini negli USA in generale e quindi a Buffalo sono indenni da resti biologici di cani padronali, come avete fatto?

Giambra: abbiamo solo applicato una multa da 50 dollari elevabile dai dipendenti comunali, polizia e chiunque incaricato della gestione delle aree pubbliche contro chi non è dotato di propria paletta e sacchetto d’igiene per il rispettivo animale domestico. Ovviamente il possesso dell’animale domestico comporta una tassa comunale “dog license”.

Domanda: il sindaco democratico di questa città si comporta in modo diverso dalle precedenti amministrazioni repubblicane?

Giambra: dal 1996 l’amministrazione è democratica, il sindaco è il Signor Masiello che dovrà affrontare le elezioni a novembre di quest’anno 2006. Francamente la gestione del verde è patrimonio dei cittadini ed ormai sganciato dalle dinamiche di partito. Comunque, tornando agli anni Settanta ed ai tempi della guerra del Vietnam, in effetti l’arredo urbano a verde fu uno dei cavalli di battaglia delle amministrazioni locali democratiche.

Conclusioni

Sarà per la vicinanza alla città di Chicago e l’ annessa Scuola di Sociologia, che dal 1920 ci aiuta a comprendere i fenomeni sociali, ma mai, come a Buffalo, sociologia e gestione della “cosa pubblica” si incontrano in una politica. L’utilizzo e gestione di parchi e giardini, nella considerazione della suddivisione razziale e dei connessi bisogni è un fatto inedito per noi Europei. Questo alla luce di una periferia parigina ancora a rischio di rivolta e di un’Italia avviata alla convivenza razziale, ancora priva di un progetto sociale, che la prepari a ciò. Di fatto in Italia la scelta della futura composizione razziale è in mano ad operatori “di carità”, ma sfugge alla capacità di pianificazione della politica, che è comunque chiamata, a livello locale, a gestirne i risultati. L’esempio di Buffalo, se appositamente meditato, potrebbe tornare utile.