Una magnifica alleanza

 

La città è Chicago, collocata, in una penisola della regione dei Grandi Laghi, al termine di 2.000 miglia di prateria, nel caso si dovesse giungere da ovest, dalla costa del Pacifico. Le diverse amministrazioni comunali, hanno una lunga tradizione di impegno nel cercare di lanciare l’immagine della città, che è ancora leader nel campo dell’economia e della sociologia. Per dare solo qualche riferimento, la cosiddetta “Scuola di Chicago” in sociologia, ci ha insegnato molto sulla dissonanza cognitiva (quando una persona crede di essere al livello, poniamo 100, ed invece si trova a 50, ma decide e si comporta come se effettivamente fosse a 100, da qui frustrazione, stress ed anomia) e quella economica, che ci è servita a gestire le diverse crisi petrolifere degli anni Settanta. Così nel campo dell’ingegneria e ricerca medica, come stilizzato nel film di Harrison Ford, Il fuggitivo, la città di Chicago resta protagonista perché vuole esserlo. In questo contesto, l’arredo urbano è parte di un bisogno più ampio di tutta la città per apparire ed accogliere, restando protagonista sulla scena del turismo, dei congressi, della cultura, e dei contatti a tutti i livelli.
Ma un impegno di questo genere, e soprattutto se mantenuto attivo per tutte le stagioni negli anni, avrebbe delle ricadute, sulla finanza pubblica molto pesanti e non sostenibili da un’amministrazione locale. Per lanciare un progetto di questo tipo e con tali scenari, serve una soluzione specificatamente studiata: quella adottata dalla città di Chicago è stata di fondare una società privata di valorizzazione della città, capace di perseguire il fine pubblico, con fondi privati. Con questo intento è nata “ The Magnificent Mile ” www.themagnificentmile.com che sviluppa la sua azione in un’area ben definita del centro della città, tra North Michigan Avenue, Chicago River e Oak Street, per complessivi 16 “blocks”, come spiega il Signor John Maxson, Presidente del Comitato di controllo della Magnificent: Nel 1996 iniziò l’impegno della Municipalità e di Maginficent Mile, per il recupero urbano della città, con un primo stanziamento di spesa di 600 milioni di dollari, per dare un volto vivibile alla metropoli di Chicago. Cosa vuol dire? Riprendendo i concetti espressi dal sindaco, Richard M. Daley’s, nel luglio 2001, il senso di tutto il progetto è richiamare, dentro il centro della metropoli, i bisogni delle persone, evitando di far ricadere sulle periferie la necessità di pace e spazi, indispensabili al vivere quotidiano. Prima di questo progetto, il downtown era sede di scorribande notturne di gangs, un’area sporca e poco curata. Al perfetto contrario di quanto accade in tutte le metropoli, Chicago, come grande città, deve essere vissuta e riscoperta, si potrebbe dire “usata” senza essere appena condivisa limitatamente alle ore lavorative. Un impegno di recupero ambientale, architettonico, sociologico ed economico di questo livello, non può non passare attraverso l’impegno di tutti, pur considerando l’amministrazione comunale come riferimento e punto di stimolo. In questo modo, la Municipalità, si riserva l’autorità dell’indirizzo ed accompagnamento delle diverse iniziative, ma non l’onere finanziario. Il dipartimento dei Trasporti, del comune di Chicago è stato incaricato di operare, in prima persona, per questo progetto, contribuendo in idee e concetti, da partner esterno, con la società The Magnificent Mile, che con la massiccia presenza di privati, consente a questo progetto e bisogno della città, di vivere e prendere forma. Le offro un esempio: la Ford automobili ha aperto un’area, per le sue necessità produttive nei pressi di Chicago a sud est. Nel decreto di concessione, abbiamo invitato la multinazionale, ma ciò varrebbe, come concetto, anche per il chiosco dei giornali, ad incrementare la quota di verde pro-capite in quel settore urbano, cosa che è puntualmente avvenuta.

Il concetto di base al progetto è stato sintetizzato nella grafica 1.

Signor Presidente, cosa c’entra il verde, in questo piano di recupero? Il verde è parte della personalità di ognuno, contribuisce all’armonia dello spirito umano, rinfresca gli spazi dove è presente, purifica l’aria e fa convivere la città con le sue origini, che sono la prateria. Da quando Chicago è sorta, non è servita solo come ristorazione per bistecche al sangue molto spesse, ma soprattutto come punto di arrivo o partenza per chi deve attraversare 2000 chilometri di prateria. Il verde fa parte della storia e sensibilità della città. Con questo spirito sono stati rivalutati degli spazi a verde di fatto abbandonati. Attenzione, mi ripeto; non abbiamo esteso lo spazio a verde della città, ma rivalutato quelli esistenti.

Volendo dare una dimensione a questi spazi? Le grandi aree di intervento per questo progetto sono la regolazione del traffico, per un accesso sicuro e rapido al cuore della città, la ricerca di fondi privati per gestire l’iniziativa e l’addobbo a verde della città. Percentualmente un 25% degli sforzi va al traffico, un 20% nella gestione degli introiti, il 20% nella cura degli eventi e manifestazioni diverse, quali mostre e manifesti, ed il restante 35% nella cura del verde, che corrisponde a circa 0.5 milioni di dollari all’anno, per il settore nord, mentre al sud è il Dipartimento dei Trasporti della città che provvede direttamente, ma su livelli più contenuti.

Grafico 1: metodo di accordo per la costituzione di una società “ad hoc” per la rivalutazione della città.

In termini dimensionali, l’impegno “a verde” per la città corrisponde a circa 90 miglia di sviluppo. Si tratta di un “arredo” che si compenetra con quello privato, consegnando continuità visiva e cromatica per chi osserva. Un’attenzione e cura, di questo tipo, consente di riconoscere a Chicago, l’appellativo di “città giardino”. L’architetto che ha curato l’integrazione tra cemento e verde è Douglass Hoerr, ed il responsabile dell’installazione e manutenzione del verde, nel settore nord, quello che ha visto gli impegni più sostanziosi, è la Clarence Davids & Company, il cui responsabile è il Signor Kurt Pflederer. Questi signori operano nell’ambito della società di diritto privato, “The Magnificent Mile” che resta, come già descritto, in stretto contatto con la Municipalità, ma ricevono gli ingaggi e l’onorario da quella società.
Ma una sensibilità al verde, o volendola definire ecologica, così forte, da dove deriva? Chicago era, tra le metropoli statunitensi, con meno verde pro-capite ed una tra le città più difficili da vivere negli anni Settanta. L’inversione di tendenza era obbligatoria se si voleva consegnare, questo insediamento urbano, alle nuove esigenze della vita moderna. Noi, ad esempio, la globalizzazione non vogliamo viverla passivamente ma, al contrario, esserne protagonisti e per far questo l’arredo della città, la sua possibilità di vita, come servizi, negozi, aree percorribili, sanità, pulizia e controlli di sicurezza, sono la base per cominciare a ragionare. Ma il piano non prevede interventi solo per la città, serve un polmone di abbellimento a Chicago derivante dalla zona sud-est, dove vogliamo preservare le origini storiche della zona; il progetto si chiama: The Calumet Open Space Riserve. Chicago era prima una città di prateria, oggi è una metropoli; con questo progetto integriamo passato e presente, in un massiccio recupero di un’area che sarebbe andata perduta nel degrado. Si tratta di 8000 acri tra prateria, foreste e connessa area industriale. Di questo territorio, 1.200 acri sono ora di proprietà pubblica e soggetti quindi agli standard di recupero ambientale statali, ed ulteriori 2.600 in corso di pulizia. La restante parte, che dovrà assumere i caratteri di parco naturale, integrato con le attività produttive, è a carico dei privati. Chiunque chieda ed ottenga la licenza all’esercizio di un’attività, viene persuaso a farsi carico di una parte del Parco per o mantenerlo o elevarlo nello standard di verde che l’amministrazione vuole applicata. Ecco come la municipalità indirizza, senza spendere risorse finanziare:

Signor Presidente, può spiegarmi come funziona il meccanismo finanziario che regge tutto il sistema, considerato che la Municipalità non interviene nei costi? La ringrazio per questa domanda, che ci consente di entrare nel cuore pulsante del sistema. Sicuramente si sarà chiesto perché il parcheggio costa 12 $, all’ora, nel downtown, cuore della città. Dalla sosta delle auto private, la Società Magnificent Mile, riceve i 2/3 delle risorse, oltre a donazioni di privati. Va menzionato, in questo contesto, la Wallace Fund, una fondazione della città, che ha contribuito con 2 milioni di dollari, per allestire il Garfield Park Conservatory. Inoltre, i commercianti e le associazioni pagano quasi sempre per i fiori e piante collocate nelle rispettive aree commerciali.


Sul piano della tassazione ci sono da menzionare due livelli: quello comunale nei confronti delle amministrazioni rionali, a cui sono stati richiesti fondi che sono giunti, oggi, a ben 10 milioni di dollari dal 1998, al fine di costituire più singole aree verdi di zona.
Poi c’è la tassazione ai privati, per aree speciali e delimitate, come ad esempio la zona a nord della Michigan Avenue, che riceve l’80% del flusso turistico, dove applichiamo la “Special Service Area”, ovvero un modesto livello di tassazione per privati ed esercizi pubblici. Solo un esempio per capire meglio: per pagare e mantenere in attività 21 giardinieri nelle semine autunnali e lavori di irrigazione e manutenzione, compresi tutti i tipi di bulbi piantati, il costo è di 10.000 $ circa, ognuno, per un complessivo di 210.000 $ all’anno. Quest’area rappresenta la prima immagine che il visitatore ha della città di Chicago.
Un’ultima questione Signor Presidente, come funziona il meccanismo delle sponsorizzazioni? Nel Magnificent Mile non ci sono sponsorizzazioni, tutto è incorporato nella società ed è questa stessa che si muove e si presenta come impegno nella cura della città. I cittadini sanno quali imprese, fondazioni, catene di negozi, shop e ristoranti, fanno parte della Società, ed il riconoscimento va a tutti loro, da parte dell’Amministrazione Municipale come dei consumatori.
Si può parlare di un modello ecologico urbano per Chicago?
Si tratta di un modello differente di ecologia inteso nel senso classico. Se la città di Seattle, ad esempio, offre una attenzione specifica all’ambiente nel suo complesso, a Chicago ci siamo fermati massicciamente sul solo verde da arredo urbano, integrandolo con tutti gli aspetti della città. Ricollegandomi alla domanda precedente, a questo progetto ed impegno partecipano tanti sponsor, senza il bisogno di scrivere che ci sono e dove si sono impegnati, perché la loro azione è ovunque, compreso nelle 20.000 piante invasate nelle vie, sui marciapiedi e di lato agli ingressi nei palazzi.
Compresa l’architettura politica del progetto, è interessante conoscere il punto di vista di chi gestisce effettivamente la manutenzione del verde nella città di Chicago. La società incaricata è la Clarence Davids & Company www.clarencedavids.com il cui responsabile è Mr. Kurt Pflederer. Signor Pflederer, cosa rappresenta per la Sua società di giardinaggio l’impegno in ambito Magnificent Mile? La mia società cura il verde per un centinaio di aziende, interrando le piante giuste nel corretto ambito naturale. Con la Magnificent Mile siano in rapporto di collaborazione per 8 mesi su 12, con una forza di 6 giardinieri per la manutenzione e semina. Si aggiungono, a questo impegno, 12 uomini per la semina tre-quattro volte l’anno, per una durata di 3 settimane ad ogni intervento. Durante i mesi invernali usiamo dei sempreverdi, alimentati da luce artificiale, per consentirne la crescita. Il fatturato che ci riguarda con la Magnificent, vale l’1% del lavoro della Clarence, ma non per questo ci vede meno impegnati in questo progetto. In termini monetari il contratto vale 0.5 milioni di dollari. Sicuramente va menzionato che l’esperienza vissuta nella città di Chicago, rappresenta l’unico vero esempio di iniziativa, che partendo dal settore pubblico è riuscita a coinvolgere con successo quello privato.
Può descrivermi come opera la Sua società nell’offerta del prodotto al cliente? Noi non coltiviamo tutte le piante che offriamo ai nostri clienti e le approvvigioniamo dalle regioni del Midwest: Illinois, Indiana e Michigan. Altre giungono per nave, dalla Florida e California, consentendoci di offrire un “pacchetto” di soluzioni sempre molto ricco e colorato, ai nostri clienti, oltre la nostra produzione, perché siamo coltivatori anche noi.
Che effetto ha avuto sui suoi affari la partecipazione alla Magnificent? L’effetto di investimenti nell’area verde da parte della città ha fortemente influenzato il settore privato per valorizzare, migliorare, perfezionare i propri giardini, tanto che ogni società privata, oggi, in questo stato, investe in una buona parte di acri a giardino e parco. E’ qui che la mia società fattura! Ribadendo un concetto già espresso, la ricchezza mia e di altre società, come la nostra, deriva si dal partecipare al progetto pubblico, ma è nell’indotto privato che trova la sua fortuna.
La sua azienda, il suo garden, prima che il progetto Magnificent fosse realtà, rispetto ad oggi, quali le differenze? Sono conti facili anche perché medito spesso su questo aspetto. L’impegno con la città di Chicago vale 500.000 dollari, le 100 aziende private che considero indotto dall’esperienza a verde della città, valgono mediamente 120.000-150.000 l’una, per un totale di 13 milioni. Seguono i privati con i giardinetti condominiali, balconi e giardini, anch’essi considerabili come indotto e producono altrettanto fatturato, ovvero altri 13 milioni abbondanti. Complessivamente l’intera esperienza della Magnificent, per me, vale 27 milioni scarsi, sui 50 che fatturo ogni anno. Si tratta del 54%. Mi trova così preparato a rispondere a questa domanda, perchè mi sono posto spesso il quesito, ringraziando la sorte per essere stato coinvolto nel progetto del recupero urbano di Chicago.

Grafico 4: quante vale in fatturato, per un garden, l’impegno pubblico di recupero ambientale cittadino, capace anche di trainare il privato? Il “prima e dopo” espresso nel grafico, va inteso come “prima” che l’esperienza Magnificent avesse luogo ed il “dopo”, ovvero l’oggi, con a regime l’iniziativa, capace di dispiegare tutti i suoi effetti e ricadute.