Prima guerra mondiale: com’è possibile che sia accaduto tutto questo?

Le riflessioni qui pubblicate emergono dalla sintesi-riassunto tratte dal libro 1914, ampiamente studiato e meditato in occasione dei 100 anni dallo scoppio della Prima guerra mondiale. In onore, ricordo e memoria per tutti i caduti, feriti, dispersi della Prima guerra mondiale, che questo studio prende forma.

LE CAUSE PRINCIPALI ALLO SCOPPIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

  1. una diffusa necessità, da parte di tutti gli Stati europei di una politica imperiale che rispondesse alla nuova formula sociologica di partecipazione alla vita della Nazione, ovvero il nazionalismo che in questa prima fase d’affermazione storica si presenta come alternativo agli altri popoli, in pratica si può essere nazionalisti se in contrasto con altre culture;
  2. nazionalismo e politica imperiale portano naturalmente al bisogno di colonie, quindi la corsa per “un posto al sole”;
  3. dal bisogno di colonie nasce la necessità di una marina militare e di un esercito adeguato, quindi scatta la corsa al riarmo che nel caso delle “leggi navali”, specie in Germania e in Inghilterra, peserà non poco sulle finanze pubbliche e la stabilità sociale. Più precisamente mentre in Germania le 4 leggi navali sottraggono fondi all’esercito, determinandone la definitiva sconfitta nel conflitto del 1914-1918, in Gran Bretagna seguono gravissimi scontri sociali, che inizialmente distraggono il Paese dai fatti europei, (scioperi dei minatori e voglia di secessione irlandese) e dalla successiva partecipazione alla Prima guerra mondiale;
  4. il riarmo e il bisogno di colonie, introduce alla rivalità economica verso le altre nazioni, senza dimenticare che il nazionalismo d’inizio secolo è di natura ostile, come già accennato, anziché di solo orgoglio nazionale. La stessa rivalità economia sfocia nelle guerre commerciali che non sono ancora di natura militare, ma “preparano il terreno” sotto il punto di vista mentale;
  5. va sempre ricordato però, come il mondo degli affari in generale e quello anglo-tedesco in particolare, siano stati più che legati tra di loro, anzi profondamente integrati. E’ famoso, in quel periodo, 1913 un libro di Angell “La grande illusione” dove si conferma che se mai dovesse esserci uno scontro militare in Europa, non potrebbe durare che poche settimane, perché il mondo degli affari non consentirebbe uno spreco di risorse più prolungato. In effetti è corretto pensare che la Prima guerra mondiale, non tragga spunto da reali motivazioni economiche, ma al contrario da un bisogno imperiale espresso soprattutto dagli ambienti militari. Ecco che agli albori della democrazia l’apparato militare, soprattutto quello tedesco, non è espressione della Nazione ma una realtà a sé stante, in grado di seguire una sua logica. Su quest’aspetto, un ufficiale tedesco dichiarò: ogni stato si dota di un esercito, ma in Germania è l’esercito che si è dotato di uno Stato;
  6. i piani militari, che scoprirono, in quel periodo la potenzialità della ferrovia per la conduzione delle compagne di guerra. Dipendere dal sistema ferroviario comportò però restare “incastrati” in una rigidità di azioni-reazini come non mai nel passato, sia perché si dovettero adattare all’orario dei treni, che nella mole di uomini coinvolti. Nascono i grandi eserciti, quelli di massa, per dare un senso nazionale alla Nazione (nazionalizzazione delle masse, come direbbe Mosse). La Prima guerra mondiale diventò così il primo conflitto sociale della storia dell’umanità.
prima-guerra-mondiale

Paul Nash – The Menin road

 

CAUSE SECONDARIE MA NON MENO IMPORTANTI ALLO SCOPPIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

  • è già stato citato il nazionalismo ma mai abbastanza descritto. Si tratta di un nazionalismo di natura ostile, che coinvolge sia gli Imperi tra loro, che soprattutto all’interno, con effetti spesso paralizzanti nella gestione di governo. Si sta parlando non solo dell’Impero Ottomano, votato alla morte per aver inglobato in sé troppe nazionalità, ma anche quello Austro Ungherese, già paralizzato tra le due etnie a cui si aggiunge, in forma deflagrante, la componente slava. E’ come se la partecipazione alla nuova dimensione statale, riconosciuta o meno (vedi la Polonia ad esempio, come la Serbia, il Montenegro e l’Albania) inducesse le persone a “impazzire”. In realtà ciò che mancò completamente fu l’educazione alle masse, da parte del Governo, comunque introdotte nella vita sociale, alla meno peggio, ma non formate per una sana convivenza tra loro e con le altre culture;
  • c’era un’importante paura, da parte delle nascenti classi medie e borghesi, di perdere il benessere acquisito;
  • s’aggiungeva nelle classi medie, borghesi, nobiliari e di corte, la paura della rivoluzione sociale del proletariato;
  • in tutti, comunque, a diverso titolo, covava la speranza di un cambiamento della società che quanto ancora nessuno sapeva si chiamasse Prima guerra mondiale avrebbe potuto introdurre;
  • il mito dell’onore e della virilità;
  • il darwinismo sociale;
  • le ambizioni della nazioni emergenti come la Germania e il Giappone;
  • le inquietudini di un impero alla fine della sua era: la Gran Bretagna;
  • la sete di vendetta della Francia verso la Germania, dopo i fatti del 1870, ma anche della Russia verso la Duplice monarchia;
  • i fenomeni disgreganti dell’Impero austriaco, già accennati, a causa del nazionalismo slavo;
  • un movimento d’opinione e un femminismo isterico;
  • il conflitto tra classi sociali;
  • il confronto tra clericali e anticlericali, per la questione romana non ancora risolta;
  • il confronto tra militari e civili;
  • il bisogno d’indipendenza per polacchi, bosniaci e slavi in generale e non ultimi gli italiani;
  • l’assenza di grandi leader a cui far riferimento su scala continentale.

Sono le ragioni per le quali la guerra non poteva che scoppiare. Questo, l’autrice non lo scrive, ma emerge da sé. Sicuramente l’Europa ha ritenuto, in quell’agosto del 1914, la guerra più credibile della pace, rosa dall’impazienza di riequilibrare le proprie debolezze e forze.

Scoppia la Prima guerra mondiale.