Legge di Okun. Variazione percentuale del PIL e disoccupazione

La legge di Okun serve per studiare la disoccupazione e non si tratta del solo studioso che si è dedicato al tema. Già nel 1958, con la curva di Phillips, si lanciò un trade off tra inflazione e disoccupazione. Nel 1962 Arthur Melvin Okun riuscì a collegare la disoccupazione al PIL. Altri ricercatori s’impegneranno negli anni successivi affinando la ricerca.

Nella legge di Okun si pende in considerazione un tasso di crescita medio del PIL, chiedendosi quanto prodotto interno lordo sia necessario per assorbire la disoccupazione.

Studiando le serie storiche si riscontra che come il PIL supera la media, la disoccupazione si riduce. L’entità della contrazione dell’assenza di lavoro, purtroppo, però è meno che proporzionale alla crescita del PIL. Mi spiego. Nel caso la media di sviluppo del PIL fosse il 3,5%, raggiunto il 4% la disoccupazione si riduce. Serve quello 0,5% in più per attivare la legge di Okun. In questo caso la contrazione del numero dei disoccupati non sarà però dello 0,5% ma dello 0,03%.

Graficamente la curva di Okun si indica come quella di domanda, alche significa orientata negativamente in un piano d’assi cartesiano. In ordinata va collocata la variazione % del PIL e in ascissa quella della disoccupazione.

La formula della legge di Okun è espressa in forme diverse a seconda del testo, comunque in ogni caso si perviene una versione standard.

La differenza di PIL si chiama, in questo caso, delta percentile. I termini di paragone da considerare sono in genere 2: la media del PIL reale che negli Usa è del 3% e un certo parametro che cambia da paese a paese. Negli Usa questo paramento (frutto del sistema socio-economico) è considerato pari a 2,5. La disoccupazione viene indicata con “u”.

Con un 3% tendenziale medio del tasso di crescita PIL un parametro del 2,5 (valido per gli Stati Uniti) cosa accade secondo Okun?

Per ottenere 1 punto di disoccupazione in meno serve una crescita oltre media del 2,5 di PIL. Il che equivale a dire che 1 punto oltre media del PIL è pari a 0,4

Capovolgendo il ragionamento emerge che:

Con una crescita della disoccupazione dall’8 al 10%, di quanto si riduce il PIL?

Delta%PIL reale =3 – 2,5 per (10-8)= 1%

Vuol dire che se la disoccupazione cresce del 2% il PIL diminuisce del 1%

In Italia, applicando Okun, si scopre un fatto sensazionale che vale solo sulla carta ma non nella realtà. I conti direbbero che 1 punto di PIL  sopra media dovrebbe eliminare lo 0,68% di dolore sociale. Questo non è vero nella realtà ma solo nei conteggi. 

Analizzando bene il tutto tra reale e finzione, vuol dire che in Italia non basta la sola crescita del PIL per ridurre la disoccupazione. Nel nostro paese la carenza di lavoro è dovuta non solo a una bassa crescita ma a problemi strutturali.