La Ue politica, a differenza di quella economica, non funziona. Nonostante una sequela d’insuccessi importanti si prosegue a insistere sull’Unione politica. La domanda è: perchè?

In genere un pensiero di sinistra (e la Ue appartiene all’idea si sinistra più che di destra nonostante i fondatori siano stati democristiani) non viene facilmente rimosso pur constatandone il fallimento. E’ quanto accaduto nell’ex Unione Sovietica tra il 1917 e il 1989. E’ la stessa cosa nella Cina comunista che vuole avere un ruolo nel mondo globalizzato.

Solitamente un pensiero sinistrorso non si rassegna mai di fronte all’evidenza: va estirpato! La Ue politica subisce la stessa sorte.

Vanno distinte due diverse esperienze d’Unione Europea:

a) quella economica che qui non è in discussione perchè un successo;

b) l’esperienza politica che si conferma un fallimento dietro l’altro. I britannici hanno già dichiarato che è meglio essere inglesi che europei e hanno avuto ragione in termini di gestione della pandemia da polmonite cinese.

Oggi la Ue in Italia, giustifica l’europeismo, ovvero una visione a favore dell’Unione. Probabilmente una predisposizione a favore dell’Unione è maggioritaria in Italia, ma neppure di quanto si possa pensare. In questo momento il Paese è sotto scacco e soggezione per dei fondi che dovrebbe giungere nell’estate 2021.

Perchè l’Italia si è ridotta a questo? Semplice, la Nazione è fallita e potrebbe portare con sé la moneta unica, motivo per cui sostenere l’Italia significa salvare per il momento l’euro.

Poco importa che l’indebitamento pubblico italiano sul PIL aumenti con i fondi Ue. L’obiettivo è si far aumentare l’indebitamento, ma investire su produttività avviando un percorso virtuoso di rientro dal debito grazie a migliore industria. Ecco il punto: come vengono spesi quei soldi? Sul rilancio della produttività o su altri impegni generici come l’ambiente, il verde e l’ecologia? Il verde è un lusso per ricchi non per chi è fallito.