Sciogliere la Ue/5 prosegue nella sua ricerca. Proseguendo da quanto già scritto:

Titolo della riflessione: Se oggi dovesse chiamare il Segretario di Stato americano con chi dovrebbe parlare per ricevere una risposta dalla Ue?

…Sul tema c’è da registrare un’azione di reazione da parte del Parlamento che si è manifestata nel corso dell’adozione del regolamento 2020/2092 relativo al congelamento dei fondi e annessa revoca puntando ad un ruolo paritetico con il Consiglio. Azione che non ha avuto successo dimostrando come la presupposta politica estera comunitaria s’intrecci con problematiche interne di gestione tra istituzioni ancora del tutto non chiare.

Più specificatamente la politica estera comunitaria è implicitamente legata anche a quella militare il che ha creato un freno e un problema per la visione diplomatica della Ue nel mondo.

Comunque, al momento la politica estera europea si salda come quella di sicurezza e difesa comune (PSDC) che essendo parte integrante della politica estera e di sicurezza comune si riconosce nella sigla PESC. Esiste anche una politica europea di vicinato rivolta ai paesi di prossimità all’Unione sia verso est sia sud e non riguarda gli Stati già aderenti all’Unione e candidati ad esserlo

Le radici della politica europea di vicinato risalgono al processo avviato a Barcellona nel 1995 creando un partenariato euro-mediterraneo che non ha dato risultati di rilievo. Su questo piano c’è stato un rilancio nel 2003 in occasione dell’allargamento dell’Unione verso l’est europeo (avvenuto l’anno successivo, nel 2004).

Nel 2008 la politica europea di vicinato è stata rafforzata con la creazione dell’Unione per il Mediterraneo cercando di rilanciare il processo di Barcellona, anche quest’impegno è venuto meno a causa dell’evoluzione, in negativo, che hanno subito i paesi arabi imponendo una revisione della politica estera comunitaria.

Sciogliere la Ue/5 prosegue nell’ultimo studio pubblicato, il 6 dove è riportato un riepilogo quest’ultimo passaggio, “se dovesse chiamare il Segretario”