All’alba della Primo conflitto mondiale la Germania si scopre con molte ambizioni ma senza capacità: la prima crisi internazionale in Marocco 1905

Questi studi derivano da riassunti, svolti capitolo per capitolo dal libro “1914” per celebrare 100 anni dallo scoppio della Prima guerra mondiale. Onore, memoria e rispetto ai caduti, reduci, feriti e dispersi di quella guerra.

Premessa

Rileggendo la storia con il senno del poi, emergono delle continuità talmente evidenti che sconcerta non aver capito prima. Nel caso concreto, la Prima guerra mondiale è stata preceduta da ben 3 gravissime crisi internazionali che hanno, per così dire, abituato le menti europee all’idea di conflitto (in realtà covava dentro il bisogno di tutti per un mondo migliore).

Tradotto in termini aziendali si potrebbe pensare che un fallimento non è mai un evento che capita “tra capo e collo”, al contrario si tratta del risultato di una serie d’eventi che alla fine hanno generato il collasso dell’impresa.

Parafrasando un articolo già scritto: “Quando il fallimento è cucito sulla pelle”. Un pensiero del genere è la traduzione pratica e aziendalistica di una riflessione che qui si forma sul piano storico, analizzando le pre-condizioni che hanno certamente favorito lo scoppio della prima guerra mondiale.

Le crisi marocchine: Agadir e Tangeri

Le crisi che hanno aperto la via alla Prima guerra mondiale sono 3:

  • la prima crisi marocchina del 1905-1906 (Tangeri)
  • la seconda crisi marocchina del 1911(Agadir)
  • la crisi bosniaca del 1909;

Per avere un quadro completo della vicenda, necessita tener presente che:

  • nel 1904 la Francia firma con l’Inghilterra l’accordo detto Entente Cordiale;
  • già dal 1894 la Russia aveva un accordo con la Francia per premere sulla Germania;
  • la Germania era in condizioni di netta superiorità su tutti i paesi europei e avrebbe potuto dichiarare una guerra preventiva vincendo, ma il Kaiser non accettò. Il Marocco non era una condizione sufficiente per aprire le ostilità, specie in presenza d’importanti manifestazioni socialiste, nel gennaio del 1906, per l’allargamento della base elettorale;
  • sempre la stessa Germania ambiva a replicare la politica di Bismarck alleandosi e isolando quelle nazioni ostili. Purtroppo le ambizioni di quel periodo, non corrisposero alle capacità. Certamente la Germania era alla ricerca di un ruolo in Europa che rispettasse la sua potenza.

I fatti

Il Kaiser, Guglielmo II° che dal 1898, in seguito a un viaggio in Medio Oriente si riconobbe come protettore dell’Islam, venne caldamente invitato dal suo Cancelliere, von Bulow a dal responsabile agli esteri, Holstein, a sbarcare a Tangeri per una visita alla città con una leggera variante alla crociera. In realtà gli obiettivi erano molteplici:

  • cercare d’avere un ruolo in Marocco;
  • scombinare gli interessi francesi nell’area;
  • mettere i francesi contro gli inglesi;
  • ricercare un contatto con gli americani;
  • escludere la Francia nella mediazione tra la Russia e il Giappone per raggiungere la pace, spingendo in questo il Presidente americano;
  • stabilire quel principio di fondo per cui senza la Germania non ci possono essere accordi;
  • sfruttare gli insegnamenti tratti dai fatti accaduti a Fashoda, dove la Francia si è dovuta piegare a un atteggiamento fermo e risoluto giungendo, successivamente anche a un accordo con gli inglesi. Il ragionamento tedesco è semplice: se è accaduto con l’Inghilterra, perché non dovrebbe avvenire anche a favore della Germania?

Di tutti questi obiettivi, non ne venne raggiunto nessuno. Straordinariamente, ogni sforzo si rivelò sia vano che controproducente, ribaltando completamente a sfavore della Germania l’intero contesto europeo. Lo studio di questi eventi, travalica il solo aspetto storico, aprendo a considerazioni profonde sulla capacità umana d’investire per ottenere risultati.

Tornando alla vicenda in sé, la disputa con la Francia per stabilire se al Marocco potesse applicarsi la regola dalla “porta aperta” come in Cina, garantendo coesistenza agli interessi tedeschi insieme a quelli francesi e britannici, condusse alla conferenza di Algeciras (febbraio 1906)

germania

Le conseguenze

Ecco la parte più importante dello studio. Vanno considerati i diversi paesi:

a) Russia: impegnata, sin dall’anno precedente, il 1904, nella guerra con il Giappone, ne stava subendo in forma rovinosa l’attacco. Da quel momento in poi scomparirà, dai manuali di guerra di tutti gli eserciti del mondo, il concetto di guerra difensiva.

La Russia non viene aiutata né dalla Francia né dalla Germania, ma resta ugualmente legata alla prima, che per di più aiuterà alla conferenza di Algeciras, ricevendo un importante finanziamento come ricompensa. Sconcerta come la Germania non abbia avuto l’arguzia d’inserirsi in questo contesto, portando via la Russia alla Francia. In realtà il pensiero tedesco era afflitto da un grande senso di presunzione aspettando che le Nazioni venissero a chiedere aiuto più che invitarle in questo attraverso trattati, visite e collaborazione. In pratica alla Germania (come sarà nel secondo conflitto mondiale) mancò sia una politica d’occupazione nel periodo nazista che estera tra il 1900 e il 1914.

b) Inghilterra: qui avvengono le reazioni più complesse e dannose per la Germania. L’esercito britannico si trovava in fase di riorganizzazione, reduce dalla campagna boera. Solitamente concepito per la difesa delle colonie o del territorio metropolitano, l’Inghilterra appoggiava l’intera capacità d’influenza sul mondo, solo sulla marina. Chiaramente non poteva competere con l’esercito tedesco, che avrebbe facilmente vinto contro la Francia e messo in scacco l’Inghilterra con l’occupazione della costa belga e olandese.

Lansdowne, allora primo ministro, non escluse un atto di guerra contro la Germania ma solo se avesse colpito gli interessi inglesi. Comunque nel 1905 il suo governo cadde e subentrarono nuove personalità, particolarmente ostili alla Germania, tra cui il nuovo ministro degli esteri, Sir Edward Grey che seppe aprire all’Entente Cordiale, oltre la sua iniziale formulazione.

Grey non solo sostenne la Francia nella conferenza di Algeciras contro la Germania, nel 1906 ma spinse (in segreto) nel 1908 a uno scambio d’informazioni con i francesi sul piano militare, gettando le basi per un’incomprensione costruttiva, che avrebbe portato la Gran Bretagna in guerra, in Europa, al fianco della Francia. Questi contatti furono noti all’intero governo britannico solo nel 1912. Contemporaneamente maturarono le condizioni per una revisione dello strumento militare inglese. L’esercito era ancora concepibile come “una pallottola sparata dalla marina”, oppure avrebbe avuto un ruolo a se stante?

Maturarono le condizioni per un avvicendamento ai vertici delle forze armate. Fischer lasciò e subentrò Arthur Wilson alla marina e Henry Wilson all’esercito, solo che il primo fu rapidamente licenziato perché non capace di distaccarsi dalla tradizione e il secondo ebbe una lunga vita professionale, collaborando con i francesi. Henry Wilson parlava francese e s’impegno a percorrere in bicicletta, diversi tratti di confine con la Germania, studiando il terreno (a differenza di quanto era avvenuto nella guerra boera del 1899/1902) ma non credendo possibile quanto in realtà avvenne nell’invasione tedesca alla Francia (un’importante ala destra, dotata di riservisti in prima linea, in marcia verso Parigi proveniente dal Belgio).

Sempre in Inghilterra emersero due nuove figure: Winston Churchill promosso Primo Lord dell’Ammiragliato, portando finalmente la Marina a coordinarsi con l’esercito e Lloyd George. L’autrice del libro “1914” a pagina 457 scrive: il 23 agosto del 1911 il Comitato di difesa imperiale si riunì e procedette a ridisegnare da cima a fondo la strategia britannica (fu la prima e ultima riunione di quel genere prima del 1914)

c) Francia: questo paese uscì fuori dalla soggezione verso la Germania, ormai forte di un’alleanza con la Russia dal 1894 e con l’Inghilterra dal 1904 avendo anche vinto alla Conferenza di Algeciras. La Francia non estese solo la sua influenza sul Marocco ma imparò a fronteggiare la Germania.