De Felice spiega i criteri adottati nel razionamento alimentare subito e applicato alla Nazione nel secondo conflitto mondiale. Si tratta del secondo argomento affrontato nelle prime 50 pagine del libro qui già più volte analizzato dal titolo: “Mussolini l’alleato” I. L’Italia in guerra 1940/1943 2. Crisi e agonia del regime, pubblicato da Einaudi.

Quello che sorprende, leggendo il testo, è che la carenza di generi alimentari si è già manifestata nell’autunno dello stesso primo anno di guerra, nel 1940. Dichiarata la guerra in giugno, i problemi si manifestano tra ottobre e novembre. Problematiche che il Duce non volle ufficializzare se non dal 1942 in poi. Tutto ciò nonostante ci fossero dei dettagliati rapporti:

  • Situazione politico-economica del Regno al 31 marzo 1941 – XIX delineata dalla Direzione generale di Pubblica Sicurezza;
  • Relazione sulla situazione economica al 10 dicembre 1942 – XXI dell’Ispettorato corporativo centrale.

Rapporti che descrivono senza alcun dubbio l’incapacità della Nazione a sfamare il proprio Popolo.

De Felice spiega tecnicamente la vicenda ma non tocca, forse volutamente, la casa regnante.

La domanda sorge spontanea: perchè il Re non è intervenuto? Cosa stava facendo Casa Savoia mentre l’intero quadro generale della qualità di vita nazionale stava peggiorando?

Quest’aspetto non è stato affrontato; resta sullo sfondo come un’incognita (del resto se la Monarchia ha perso il voto istituzionale ci dev’essere un motivo!)

Più tecnicamente, dallo studio emergono alcuni aspetti:

  • il Duce si scusa con i suoi collaboratori per non aver deliberatamente preso alcun provvedimento prima del 1942 in ambito di razionamento alimentare nazionale;
  • la quantità di pane pro capite quotidiana viene stabilita in 150 grammi;
  • i contadini appena dopo che hanno consegnato il raccolto all’ammasso, subiscono come tutti gli italiani la limitazione alimentare!
  • ci sono diverse rivolte “di donne” (come s’esprime il libro di De Felice) contro il carovita;
  • in particolare, l’inflazione è passata da un numero indice di 454 nel 1939 a 708 nel 1942.

Le riflessioni sul razionamento alimentare proseguono in altro studio qui di seguito pubblicato.