La credibile rielezione del Presidente Donald a novembre 2020 inizia a prendere forma. Ovviamente questo esito non è visto da chi non vuole vederlo!
Come mi scrive un amico dal Texas: vorrei non doverlo dire, ma non credo che gli Stati Uniti saranno un buon posto da visitare prima di novembre. Il problema non è il virus del partito comunista cinese. Il problema è il partito comunista democratico in questo paese e il loro uso del virus per cercare di vincere le elezioni presidenziali a novembre.
La frase è alquanto chiara senza richiedere commenti.
A questo punto la domanda si ribalta: perchè il partito democratico ha perso un’occasione così ghiotta per riprendersi la Casa Bianca? Come mai i democratici si trovano mischiati con quelli che abbattono le statue?
Le cause della perdita delle presidenziali 2020 da parte democratica sono pesanti. Cause che pongono un vero dubbio sull’affidabilità del partito e della sua classe dirigente.
Dove sono i programmi del partito democratico? Nessuno lo sa! In realtà negli Stati Uniti il programma del partito è del Presidente. Relativamente al candidato democratico non si riesce ad andare oltre l’opposizione all’attuale presidenza. Tutto qui e non oltre! E’ veramente un guaio non solo per l’attuale modesta direzione del partito, ma per il partito stesso. C’è un futuro per i democratici negli Usa nel caso, come si prevede, perdano le presidenziali di quest’anno?
La credibile rielezione di Trump punta sul piano economico. Il successo dei dazi e dell’identificazione della Cina comunista come il nuovo male, colgono il bisogno delle persone d’identificazione di un responsabile. Ma non basta. La rescissione delle finzioni come il trattato di Kyoto sull’ecologia e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono molto importanti nella concretezza della politica.
Tutti gli altri presidenti non hanno mai saputo scindere dalla finzione alla realtà, restando nella teorica idea che l’ONU, ad esempio, sia la soluzione per definizione dei problemi. Questo non è vero. L’ONU è solo un’agenzia con le sue idee e crisi di rappresentatività. Non sempre Kyoto, l’ONU, l’OMS e quindi la Ue etc.. hanno ragione per il solo fatto d’esistere.