Inflazione un rischio che nessuno sta volutamente considerando. Chissà perchè.

Nelle ultime tesi di laurea in macroeconomia (primo semestre 2020) è stata introdotto il rischio per una fiammata inflazionista derivante dal QE. Il QE sta per Quantitative easing ovvero la stampa di carta moneta, sganciata dal PIL.

Per spiegarsi meglio va ricordato che in teoria dovrebbe esserci sul mercato tanta moneta (M) quanti beni ci sono (PIL). Ecco che la moneta è funzionale e rappresenta la quantità di beni prodotti in un anno. Da qui nasce la corrispondenza (teorica) di M = PIL.

Per uscire fuori dalla crisi subprime la FED (banca centrale americana) ha stampato grandi quantità di denaro senza considerare la relazione con il PIL. Questa operazione si chiama QE, quantitative easing. Ne consegue che gli americani hanno ad oggi un’inflazione tra il 2,5 e il 3%.

Il Draghi ha copiato pari pari l’esperienza statunitense, stampando dal 2015 ben 80 miliardi/mese da assegnare a Grecia, Italia, Spagna e Portogallo.

Già con queste premesse c’è da chiedersi perchè il nostro paese abbia chiesto e anche ottenuto fondi in più dalla Ue.

Tralasciando il dettaglio (chi è che sta gestendo i fondi e con quale efficacia) resta l’abnorme dimensione della Moneta circolante nella Ue e in Italia.

Tutti i professori d’economia, nella discussione delle tesi di laurea in macroeconomia, dove si è discusso il tema di una nuova fiammata inflazionistica 2020/2021, hanno risposto: non ci sono evidenze empiriche.

Il fatto che non ci siano “evidenze empiriche” non vuol affatto dire che il rischio di una crudele inflazione alle porte non ci sia. 

La sensazione infatti è che ci sia uno “scoppio” modello sudamericano d’inflazione. Qualcosa al 400-500%. Nel biennio 1921- 1922 in Germania, per non pagare i debiti di guerra, si scatenò un’iperinflazione del tipo 662,6%. Una prospettiva di questo tipo non è affatto remota in una UE che stampa 750 miliardi di ricchezza da regalare, in parte, ad alcuni Stati. I soldi regalati sono inflazione quelli prestati no.

L’inflazione un rischio da prendere in seria considerazione negli scenari dei prossimi mesi.