Il colpo di stato all’italiana, prima si facevano con i carri armati” e adesso?

Colpo di stato! Citando il direttore del Foglio, il Dott. Ferrara, i colpi di stato prima si facevano con i carri armati, adesso invece a colpi di “spread”. In effetti è vero, il cosiddetto “governo tecnico”, rappresenta una sorta di colpo di stato, che priva i cittadini della libertà di poter scegliere chi li può governare.

Veniamo al dunque: chi è questo Monti prossimo Capo del Governo? Il prof. Monti è paragonabile a un faro nella nebbia, un esimio economista di chiare e limpide vedute. Sapere che questo studioso è in grado d’incidere sulle sorti della Nazione, è un onore per tutti noi. Ne deriva che sul nome non ci possono che essere apprezzamenti e rispetto, ma è proprio qui il marcio.

La Presidenza della Repubblica ha voluto “impacchettare un pezzo da novanta” e l’ha introdotto al Senato, sganciandolo da ogni contatto e risposta alla Nazione attraverso l’elettorato. Quanto è legale un Governo guidato da un senatore a vita? Si vuole qui affermare la totale inabilità dei tecnici nella gestione del Paese in quanto non dotati di sensibilità politica. Mi spiego.

Il prof. Monti è un economista, ovvero fa parte di quella categoria di tecnici che non hanno saputo prevedere la crisi del 2007 negli USA e del 2008 in Europa! Che pena fu sentire questi grandi luminari, dichiarare in ogni sede, nel corso del 2009: non avevamo capito. Non avevano compreso che un’economia finanziaria è più fragile di una manifatturiera. Va rammentato come già il premio nobel all’economia, Paul Krugman, seppe prevedere in largo anticipo la crisi subprime e tutto sommato, che me lo si riconosca o no, pubblicai ben 2 anni prima del 2008 quanto poi accaduto!

Non solo, ma furono sempre dei tecnici (il Presidente Ciampi e il Prof. Prodi) a introdurci malamente nell’area euro, il che si è rivelato una fonte di povertà per la nazione. Qui le valutazioni possono divergere abbondantemente, ma una cosa è certa: la moneta unica è concettualmente errata laddove viene usata da nazioni così diverse. Questo gli economisti non l’hanno pensato. Addirittura, sempre gli economisti, hanno lanciato la globalizzazione, ovvero il primato dell’economia sulla politica, provocando (non seppero capirlo) un’ondata di disoccupazione, tale da ridurre la portata del mercato interno, facendo entrare in crisi l’intero sistema economico nazionale.

Se noi economisti siamo “fatti così” e per di più veniamo sottratti all’onere del rendere il conto alla Nazione, non credo sia corretto affidarci le sorti del Paese.

E’ pur vero che la politica nazionale è misera. Non abbiamo grandi strateghi. Manca in ogni discorso politico la prospettiva a 6 mesi, 12, 18 e quindi a 5 anni. Nessuno sa dirci come sarà la nostra società fra un quinquennio e questo lavoro di progettazione è solo squisitamente politico. Quanto ci manca l’amico De Gasperi. Come mi dispero senza il Conte di Cavour. Come vorrei un politico alla Giolitti, nonostante il suo “trasformismo”.

Tolti questi 3 nomi onestamente non ne saprei trovare altri negli ultimi 150 anni di storia d’Italia. Ciò conclama una paurosa miopia politica che affligge il Paese. E’ vero. Nonostante il gap di creatività e prestigio politico dell’Italia, destabilizzarne la Costituzione e la democrazia (proprio da chi ne dovrebbe essere il garante – Il Presidente della Repubblica) introducendo dei super tecnici non chiamati a rispondere agli italiani del loro operato non è la soluzione.

A volte le cose semplici appaiono impossibili.

Avevamo un governo voluto dagli italiani? Ebbene si contragga il tempo di campagna elettorale a sole 3 settimane e in un mese avremmo potuto avere un nuovo governo reale ed eletto.

Non mi interessa chi avrebbe governato tra destra o sinistra, ma sarebbe stato espressione della Nazione. Oggi noi abbiamo un aborto (attentato) al Paese che si è consumato con un colpo di stato “indolore”, che rende illegittimo l’esecutivo. Che poi nel contesto di un governo politico, venga chiamato il prof. Monti, come ministro delle finanze, ne saremmo tutti contenti.

Spesso però il pensiero lineare non è quello del Quirinale, dimostrandoci come l’immaturità sia insita nella struttura dello Stato. Speriamo che ci vada bene, anche se con queste premesse, io non ci credo e non “voto” quest’azione che calpesta i principi della nostra civiltà sociale e politica. I problemi delle Nazioni si risolvono con i valori e le emergenze con le idee, rispettando le regole per legittimare le scelte altrimenti contestabili e appellabili a una successiva valutazione, perché applicate da un governo non conforme allo spirito della legge. Un costituzionalista (studioso di diritto) potrebbe affermare che si votano i parlamenti e non i governi. E’ vero.

Noi tutti abbiamo votato degli schieramenti di governo che a loro volta hanno determinato il parlamento. Se questo ragionamento è vero e cade il governo, con l’attuale legge elettorale e formula dell’alternanza con premio di maggioranza, la successiva scelta istituzionale non può che essere il ritorno alle urne, pur contraendone i tempi di campagna elettorale. Ovviamente chi scrive, qui in questo momento, pensa al benessere del Paese e non alle logiche di fazione, che ancora un volta hanno prevalso.

Non credo nel colpo di stato istituzionale la cui responsabilità è del Napolitano.