Elogio al dazio commerciale, un qualcosa che infastidisce tutti i docenti d’economia, incapaci di considerare tutte le implicazioni di quanto affermano!

Entrando nel dettaglio emerge che l’economia ufficiale, quella insegnata ad oggi si limita al SURPLUS DEL CONSUMATORE come concetto di base per decidere se un mercato è valido o no.

Detto in altri termini, chi spiega e pretende d’insegnare economia, non va oltre il basso prezzo e la maggiore quantità possibile definendo ciò surplus. Si apprezzi l’immagine a seguire che indica un’area ben precisa definito surplus del consumatore identificato al di sopra del prezzo di equilibrio.

l’area collocata al di sopra del prezzo (in questo caso A, B ed F) si chiama SURPLUS DEL CONSUMATORE. Indica il risparmio di cui gode il consumatore tra il prezzo che avrebbe pagato e quello che effettivamente paga nel comprare un bene o servizio.

Il ragionamento, fin qui, è ineccepibile, peccato che sia incompleto.

E’ incompleto perchè una merce pagata a basso prezzo è un danno se d’importazione mentre una benedizione se di produzione nazionale.

Acquistare la merce prodotta dove “lavora mio figlio” vuol dire, indipendentemente dal suo prezzo, garantire un livello di reddito e lavoro per tutti.

Non sono importanti i prezzi se lavorano tutti! In Italia ci sono 3,5 milioni di disoccupati e molti di più i sotto occupati. Il prezzo alto o basso, è tale se posto in relazione al salario percepito dalle persone.

Applicare il dazio alle merci d’importazione, appositamente vendute sotto prezzo, è un atto di sanità sociale a favore della Nazione.

Il dazio esprime la protezione a un livello di civiltà del lavoro.

L’elogio al dazio indica la fine della globalizzazione e il recupero del senso nazionale. Un senso di Nazione che la Ue non ha saputo scalfire se non a parole e qualche regolamento.

Anche sul piano giuridico il recepimento delle norme Ue è discutibile in quanto si tratta di leggi fatte in assenza di un popolo, quindi “parole e carta straccia”. La legge sintetizza il sentimento di un Popolo e di una Nazione, quello europeo dov’è a distanza di 60 anni dalla fondazione della CEE_MEC_UE?

L’elogio al dazio spiega il successo della Brexit (meglio essere britannici che europei) e della prima presidenza Trump. L’elogio al dazio uccide la Cina comunista e la globalizzazione.

Con queste idee uccidiamo il commercio internazionale? No! A parità di civiltà (ad esempio all’interno dell’Occidente) il dazio permane per quelle merci non completate nel mercato di riferimento. Mi spiego.

Il prosciutto di San Daniele, ad esempio, potrebbe essere stagionato, e così il Parmigiano Reggiano, in Vermont se volesse essere esportato, senza dazio, negli Usa. Il marchio sarà made in Italy and Usa.

Chi non ha capito alzi la mano.