Bar alberghi e ristoranti falliscono con estrema facilità in era di polmonite cinese. Perchè? E’ semplice, si trovano nel tratto elastico della curva di domanda. Una spiegazione di questo tipo non dice nulla alle persone che non hanno studiato economia, mentre spiega tanto agli studenti  e ricercatori. Di che stiamo parlando?

In Economia si definisce ELASTICITA’ la reattività della domanda al prezzo.

Come quest’ultimo cresce si comprano meno pezzi e viceversa. Fin qui nulla di speciale.

Si osservi il grafico qui allegato della curva di domanda.

Chiarito il meccanismo iniziale, serve un’ulteriore specifica che introduca il concetto di ELASTICITA’.

Per misurare l’elasticità della curva di domanda, serve disegnare una bisettrice nel piano cartesiano. Si ricorda che è bisettrice quella retta che spezza l’angolo retto in 2 parti uguali di 45°.

Tale bisettrice impatta con la curva di domanda in un punto preciso (come visibile dalla seconda grafica qui esposta). Quel punto di contatto tra la bisettrice e la domanda, lo chiamiamo ad elasticità pari a 1. Vuol dire che in quel punto al crescere del prezzo di 1 euro (per dire) la quantità acquistata scenderà di 1 unità (che potrebbe essere un kilo, un etto o un bene).

Al di sopra del punto ad elasticità unitaria, c’è il tratto ELASTICO. Per elastico s’intende quella parte di curva della domanda che reagisce MOLTO alla crescita del prezzo. La reazione  in questo punto è veramente più che proporzionale rispetto alla crescita del prezzo. S’indicano nel tratto elastico i beni voluttuari e non necessari: bar alberghi, ristoranti e cinema etc.

Tutto il contrario per i beni collocati sotto il punto di elasticità unitaria, che sono RIGIDI. Vuol dire che il loro consumo è scarsamente reattivo alla crescita del prezzo: cibo, carburante, farmaci.

Nel caso questo concetto fosse chiaro, sorge la domanda: vale la pena aiutare e sostenere quelle attività che si sono collocate nel tratto elastico della curva?