Guerra e pace nel XX° secolo. Il passato per leggere il presente. Schede riepilogative estratte dal testo di Aurelio Lepre.

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Sento il bisogno di condividere dei passaggi cruciali sulla Prima guerra mondiale che sono terribilmente concreti nel dicembre 2016.

Lo spirito dei riassunti di storia che compaiono in queste pagine è semplice; da dove sono nati la Brexit e Donald Trump? Detto in altre parole come e perchè siamo entrati in una diversa era rispetto la globalizzazione. Per la precisione, lasciando la globalizzazione, siamo nella post globalizzazione. Quali sono quelle idee che ci hanno portato alla globalizzazione mancando le promesse? Come è stato possibile accettare un mix tra immigrazione e disoccupazione, tanto da porre in crisi la democrazia in Occidente? Non solo, come abbiamo fatto a introdurre nella vita privata l’ansia e l’instabilità che emerge dalla sfera lavorativa? Da cui quel 42% di divorzi e il 60% d’abbandoni tra le coppie non sposate. Che cosa sta accadendo?

Per dare una risposta a queste domande serve capire la Prima guerra mondiale. Quell’inizio tra guerra e pace nel XX° secolo.

Uno dei tanti dettagli che mi sconvolge è come il 28 giugno 1914 in Serbia si festeggiasse San Tito, in ricordo del 525° anniversario della battaglia combattuta nel 1389.
Della serie: quando, in carenza o eccesso di valori, non si sa più cosa fare e dire!
Grazie all’incancrenirsi dei principi in cui credere, fu assassinato l’Arciduca Francesco Ferdinando quello stesso giorno a Sarajevo.

Concetti come questi appaiono attuali nel vuoto di visuali che attanaglia l’Unione Europea e l’Italia.

Ad esempio fuori dalla UE si cerca lo sviluppo riducendo le tasse per alzare il PIL.
All’interno dell’Unione lo sviluppo si persegue attraverso una pressione fiscale molto alta e leggi del tipo decreto “salva italia” capaci di trasformare il contribuente in evasore. Questo accade se dovesse prelevare più di 3mila euro in contanti, dalla banca, di soldi suoi, sui quali ha già pagato le tasse perchè stipendi e retribuzioni.

Ecco dove l’incancrenirsi dei concetti diventa esplosivo chiamando il malessere a montare in funzione anti-sistema.

Concetti di questo tipo non li vuole discutere nessuno! Tanto meno collegare l’origine di quelle idee e sentimenti ancor oggi, nel 2016 da considerarsi incompiuti. Non abbiamo ancora capito, ad esempio chi sia moderno in una società eccessivamente tollerante. Il pensiero corre ad esempio al ruolo della donna nel mondo. Alla funzione delle tasse in uno stato moderno. Alla stabilità della coppia. Alla comprensione dell’omosessualità se devianza sessuale da curare o un’opportunità di scelta. Nello scambiare un dittatore sanguinario in un mito. E’ accaduto per Lenin quindi Stalin e infine per Fidel Castro. Quante incongruenze. Quando una società è aperta o troppo aperta? Dov’è il limite nell’eccesso d’integrazione tra razze e culture diverse?

Non siamo ancora stati capaci di completare IL concetto di MODERNITA’ che si è affacciato nella storia negli anni del primo conflitto.