Donald Trump e l’evento Brexit rappresentano la fine di un’era: la globalizzazione. Peccato che ancora nessuno o pochi abbiamo capito.
Si sono appena concluse le votazioni locali a Berlino con un forte successo della destra. Pochi mesi fa si è affermata l’idea “Brexit”. Fra qualche mese (meno di 60 giorni) Donald Trump sarà presidente degli Stati Uniti. Perchè tanta sorpresa? La verità è che pochi o nessuno contestualizza gli eventi in un trend. Ogni commentatore si limita al fatto mancando le grandi sintesi.
E’ vero, fu l’Ottocento il secolo delle grandi teorie. Oggi nessuno azzarda più una “teoria generale”. Che peccato! Infatti l’amore è in crisi e la gente si muove ubriaca di sintesi (internet) senza capire il senso di nulla. L’assenza di una teoria generale ha portato al culto della sintesi.
Il web (il suo abuso) esprime la sintesi di un pensiero mai svolto.
L’incapacità nel saper osservare i grandi eventi, non ha consentito di comprendere quali siano i nuovi segnali. La crisi della Ue (vedi Brexit e destra tedesca). La crisi della globalizzazione (vedi ancora Brexit e Trump).
Entriamo nel dettaglio.
La globalizzazione non ha mantenuto le sue promesse: siamo tutti più poveri rispetto al 2000. Chi è povero in termini economici (disoccupato) chi moralmente e affettivamente (divorzi al 42% in Italia). Le 2 povertà si sommano. La precarietà economica influisce sull’instabilità affettiva. Ciò che il ciampi non capì o seppe collegare, per restare attuale alla scomparsa dello statista. Dalla crisi della globalizzazione emergono le reazioni che sono:
- rigetto dell’invasione immigratoria (si vuole chiamare a tutti i costi razzismo la difesa della propria identità)
- una revisione nei rapporti commerciali internazionali.
Su questo secondo punto interviene la novità “Trump”.
Fino ad oggi si esporta un prodotto realizzato in Cina o in Europa. Con la nuova filosofia Trump non funziona più così. Il prodotto esportato dovrà essere “nazionalizzato”. Questo vuol dire che servono stabilimenti e magazzini negli Usa per collocare il prodotto in quel mercato. Questa è la grande novità. Votare “Trump” non vuol dire accettare un capriccioso modo d’esprimersi, ma una svolta in un mondo che non ha funzionato (quello globalizzato). Peccato che pochi riescano a capire queste linee di tendenza. Infatti siamo tutti orfani di una teoria generale.
Auguriamoci buon lavoro capendo i nuovi orizzonti.