Ragioneria e contabilità. Attenzione ai NON ragioneri che pubblicano libri sulla contabilità generale.

Ragioneria e contabilità dovrebbe essere insegnata solo dai ragionieri che sono cresciuti a docenti. Le altre sensibilità dovrebbero astenersi da quest’arte. Perchè un giudizio così duro? Attualmente sto servendo alcuni studenti italiani che hanno in comune un problema di comprensione del testo. Si tratta di persone intelligenti e mature (alcuni over 50 anni) che non stanno capendo nulla di quanto leggono. Il loro impegno è universitario, teso ad affrontare l’esame di ragioneria in un corso di laurea in economia. Fin qui nulla di particolare, finché non mi consegnano il testo in uso.

Si tratta di 2 libri di testo. Uno già pubblicato e l’altro in corso di scrittura.

In comune i due testi hanno la pretesa di spiegare la base concettuale della partita doppia. Mamma mia cosa ho trovato; la fine del mondo! Terribile, qualcosa d’incivile; lo scempio della ragioneria e contabilità. Com’è possibile che si siano scritte delle bestialità del genere e si pretende pure che gli studenti le studino? Chiedo scusa per lo sfogo e la disperazione che mi assale quando constato orrori di questo genere. Non capisco come abbiamo fatto gli editori a pubblicare simili “opere”. Chi controlla e verifica cosa viene pubblicato?

Ecco gli errori concettuali più diffusi.

A pagina 26 e 18 del testo di contabilità generale già pubblicato, s’insiste nel chiamare “tavola del reddito” il conto economico. Perchè cambiare il nome a degli studenti che cercano di capire? Si persevera nella confusione chiamando “conti reddituali” quelli economici (pagina 34). Qui c’è un gioco alla sostituzione dei nomi.

La bestemmia più grande, che si ritrova in entrambi i testi, è l’aver dimenticato l’esistenza e importanza dei conti economici. Tutti si concentrano, esagerando, sui conti finanziari dimenticano ben il 50% della meccanica in partita doppia. Lo sconforto per questi “autori” è trovare il capitale proprio nella parte del “passivo” dello Stato Patrimoniale da cui pagine e pagine di ragionamenti.

Il disagio di trovare il Capitale sociale (anch’esso chiamato con i nomi più pittoreschi) nel “passivo”, è un limite per chi proviene dagli studi giuridici. E’ semplicemente giustificato dal fatto che l’impresa ha un debito verso chi ha fondato l’azienda/soci. Tutto qui.

Certamente la pretesa di spiegare la ragioneria e contabilità senza l’uso dei conti economici è ardua, producendo dei libri-mostri. Spesso la cattedra è stata assegnata troppo superficialmente a “docenti” non adeguati. Il riferimento trova fondamento con la diffusa e persistente lamentela degli studenti sull’assenza d’interlocutorio con questi insegnanti. Gente che pubblica senza rispondere ai quesiti degli studenti!