La responsabilità del Presidente degli Stati Uniti nella crisi con la Corea del nord

La responsabilità del Presidente degli Usa nella gestione della crisi con la Corea del nord è diretta. Chi scrive ha votato per Donald Trump e desidera che questa presidenza abbia successo. Ne deriva una simpatia di fondo all’attuale amministrazione a patto che i problemi siano gestiti. Probabilmente è saggio twittare di meno (il web è solo vapore di pensiero) e che si lavori di più!

Cosa si pretende da un Capo di Stato di una nazione leader? ed ecco che si giunge al concetto “la responsabilità del Presidente”. La pretesa è semplice. Non si doveva arrivare al punto che un pazzoide usa una Nazione come tiro al bersaglio. La Corea del nord non sarebbe dovuta giungere a questo livello di pericolosità. Questo giudizio anche in presenza di missili senza testata. Mi spiego meglio, pur in assenza di una tonnellata di testata nucleare che pesa in gittata per 3000 km, la Corea del nord non avrebbe dovuto raggiungere tale stato di pericolosità.

Come si sarebbe dovuto fare per impedire a un matto di giocare con i missili? Si chiamano operazioni coperte. Sabotaggio, interdizione informatica. In pratica far esplodere gli stessi missili nel sito di partenza pur in assenza di testata nucleare. La responsabilità del Presidente è nel non aver saputo reagire per tempo alla minaccia.

Oggi cosa c’è da fare? Il mandante della Corea del nord si chiama Cina. E’ chiaro che il primo destinatario delle ritorsioni militari americane è la Cina. Si parla di centrali elettriche che smettono di funzionare, ponti che collassano e dighe che si rompono. Quindi navi che affondano per danni non spiegabili e sommergibili che spariscono. Riduzione di docenti cinesi nelle università americane e contrazione dell’import dalla Cina. Ecco cosa deve fare un Presidente. Buon lavoro mister Donald Trump!