Mezza italia, ovvero il 50% è quanto manca nei fatturati delle imprese italiane

Parlando con un imprenditore italiano emerge questo quadro:

  • lavoro al 50% delle mie capacità. Anni fa ero al 100% tanto che fino ad ora ho perso 400mila euro contando gli insoluti che avevo. Però oggi non ho un insoluto ma ridotto il fatturato. Magra consolazione.
  • nella mia regione, in Sicilia, ho 1 solo concorrente. Il mio corrispondente di Milano è anch’egli al 50%, ma ha 50 concorrenti. A conti fatti io mi logoro di meno di chi è al nord. Certamente manca mezza italia nei nostri fatturati.
  • per cercare un riscatto a quella mezza italia in fatturato che manca, sto aprendo dei piccoli magazzini. Queste realtà fatturano poco, la cui somma però compensa. Sono subentrato a chi non ce l’ha fatta a proseguire. Ne ho conservato il logo e ristrutturato il magazzino. In questo modo se pur fatturo 40mila al mese, un decimo rispetto la mia sede centrale, ciò contribuisce. L’idea ora è quella d’aprire anche a Malta, dove si paga tutto in contanti. In Italia la strozzatura del decreto “salva italia”, che andrebbe abrogato, tagliando il contante, taglia l’anima stessa del commercio. Meglio approdare in mercati piccoli e sani, dove il contante non spaventa nessuno.

Da queste poche affermazioni emerge come nel commercio italiano manchi una mezza italia nel fatturato.

Che fine ha fatto questa metà del paese? Certamente è una responsabilità del PD (ex PCI) l’aver ammazzato metà italia.

Emerge una chiara responsabilità politica d’incapacità.

Dal 2011 al 2016, in 5 anni il Paese è peggiorato. Questa riflessione non è tanto elettorale, quanto un consuntivo d’incapacità. 

E’ possibile affermare che si stava meglio quando si stava peggio? Il riferimento corre all’ultimo governo Berlusconi. Forse quel “peggio”, riferito al 2011, andrebbe abbondantemente rivisto, perchè potrebbe essere figlio di una macchinazione. Quella stessa macchinazione che con un colpo di stato in bianco, ha permesso al napolitano di portare un non eletto dai cittadini al Governo. Da allora è veramente andato tutto a rotoli. E’ giunto il momento per aprire una riflessione storica e giudiziaria a carico del napolitano, l’ex presidente della Repubblica?