Macroeconomia come scelta e soluzione al problema degli Stati e della disoccupazione. E’ acceso il dibattito che riguarda gli stati falliti (Grecia, Argentina e Italia) se tagliare la spesa o investire.

Tradotto in termini pratici, quando una Nazione fallisce deve ridurre la spese anche quelle necessarie?

Su questo dilemma drammatico si sono consumati molti suicidi e sofferenze nei Paesi falliti. Agli atti le tristi-tristissime esperienze umane della Germania negli anni Venti, gli Stati Uniti nel periodo 1930-1940, Argentina dal 2001, quindi la Grecia nella Ue e ora l’Italia.

Sono stati spesi veramente chilometri di pagine in saggi, libri e studi su questo argomento. Un fallito deve investire o tagliare le spese?

Già nel 1936 un economista britannico, John Keynes si espresse a favore della spesa pubblica. In effetti mi sento vicino a questa impostazione. Al di là della simpatia per una idea anziché un’altra, c’è anche l’esempio vivo del Portogallo nell’Europa di oggi.

Benchè il Portogallo odierno sia diretto da un partito di sinistra, va dato atto del successo. Nell’analisi economica, sociale e dei valori è necessario essere obiettivi e corretti.

Il Portogallo si è indebitato pesantemente portando l’intero Paese ad essere “pannellato” da pannelli solari. L’energia prodotta dal sole ha permesso una contrazione del 10% nell’import di petrolio. La cifra risparmiata, da mancata importazione, è idonea al ripiano del debito.

Perfetto!

Considerato che la formula portoghese è corretta e scientificamente provata sul campo, è anche replicabile? Per rispondere alla domanda serve porre in campo le qualità politiche e tecniche della classe dirigente. La macroeconomia non è più sufficiente.

Ecco che il problema, non è più se l’idea sia saggia o sbagliata (spendere per risollevarsi) ma se il Paese sia dotato di una classe dirigente adeguata.

Capito il problema lo sguardo si volge a un Presidente della Repubblica che non ha saputo gestire il Consiglio Superiore della Magistratura. Proseguendo si vede un Presidente del Consiglio non eletto da nessuno. Quindi chi resta?

Ecco il punto: chi resta?