Le due strategie per gestire la polmonite proveniente dalle pessime condizioni igieniche cinesi (corona virus) sono espresse dal caso italiano e da quello dei paesi europei.

La Cina, che è stata scoperta con le mani nella marmellata ha cercato di nascondere tutto sin dall’autunno (ottobre/novembre 2019) per poi doversi piegare all’evidenza.

Ne consegue che nel paese comunista, a partire da gennaio, tutto sembra che sia avvenuto in forma “trasparente”.

In questo modo la Cina ha dovuto fare di necessità virtù, giocando la carta della vittima, accettando l’occhio del mondo sui suoi fatti interni.

Dove veramente la polmonite cinese è gestita alla luce del sole è in Italia.

Sono ancora sconosciute le motivazioni di una così intensa infezione in Italia proveniente dalla Cina o direttamente via Germania.

Di fatto l’Italia sta mostrando al mondo una gestione pubblica, aperta e critica della vicenda. A questo punto come si gestisce una pandemia? si studi il caso italiano.

Non senza resistenze dalla Confindustria e dal Governo centrale hanno dovuto cedere al concetto: PRIMA LA SALUTE PUBBLICA E DOPO LO SVILUPPO.

Non è stato un passaggio lineare e scontato, anzi, lo stesso quotidiano Il Sole 24 Ore con sterilità e povertà di visuale è ancora limitato alla sola versione economica della vicenda.

Nel resto dell’Occidente c’è però un’altra via per la gestione della polmonite proveniente dalla Cina: non dargli troppa pubblicità.

Nascono in questo modo le due strategie d’attacco allo stesso problema.

La seconda visione, quella alla Macron e Merkel, ma anche britannica si basa su un calcolo.

Quanti potranno essere gli infetti in caso di pandemia al massimo? forse il 30% della popolazione con decessi al 3%.

Tollerando danni umani di questa entità e mantenendo riservati-segreti i casi di contagio, il sistema economico non si ferma, salvando l’apparato produttivo del Paese.

Questo non è un ragionamento complottista o di fantapolitica, ma cerca di spiegare le due strategie in atto per il contenimento della pandemia.

In Francia, mantenendo le elezioni regionali e in Europa lasciando liberi i grandi raduni pubblici (partite di calcio come incontri tra “puffi”) si lascia la cittadinanza lontano dell’idea dall’evento pandemico.

Chi ha ragione? Nelle responsabilità di governo viene prima la salute pubblica o la salvaguardia del sistema?

La risposta è difficile. Le due strategie pare non vogliano considerare un fattore critico: il tempo.

Nel caso di una pandemia controllabile in 2-3 mesi l’agire a favore della salute pubblica rappresenta la via maestra. Nonostante le incertezze iniziali del Governo centrale, l’Italia sta agendo bene.

La condanna alla Cina è senza appello.

Laddove invece la pandemia sia di lungo periodo e sfondi agevolmente i 6-8 mesi, allora la “mentalità” franco-tedesca-britannica ha le sue ragioni per quanto criticabili.

Al termine del periodo corto o medio che abbiamo indicato dovrebbe esserci l’antidoto: il vaccino.