Joshua National Park, uno dei 63 parchi nazionali americani. Come tutti i parchi, anche questo di Joshua sta affrontando il suo incendio; un evento grandioso che al momento coinvolge 70mila acri di terreno su un totale di 3.217,9 kmq.

Per convertire gli acri in chilometri è necessario moltiplicare l’acro per 0,00404686 kmq motivo per cui dell’attuale estensione del parco sono sotto il fuoco, al momento, solo 284 km, ovvero il 9% dell’attuale estensione.

Una porzione di terreno del parco che non è poco se si considera che l’incendio ha solo qualche ora d’attività: oggi è il 30 luglio 2023 ore 14.30 fuso orario di Los Angeles.

http://inciweb.nwcg.gov/incident-information/camnp-2023-york-fire

Infatti quel “solo” per intendere il 9% del parco è ironico, ma necessario anche per non allarmare e rendere isterica la reazione e risposta che necessita in questi momenti.

Giorni fa parlando con degli italiani, si sono dichiarati traumatizzati dagli eventi metereologici che si sono scatenati in Nord Italia. In particolare, sempre in Italia ha colpito il vento e la potenza della grandine tale da scoperchiare i tetti delle case.

Di fronte al trauma e allarmismo degli italiani sono rimasto freddo e non partecipe (forse sono diventato distaccato e apatico?). Nell’ascoltare i racconti di lombardi impauriti dal vento il pensiero corre ai triestini che da secoli hanno a che fare con il vento di bora, capace di soffiare tra i 150-160 km. I venti lombardi hanno soffiato oltre i 1o0 km all’ora.

Ciò che ha destabilizzato gli stessi triestini nel mese di luglio 2023 non è stato il vento, ma la grandine distruggendo la maggior parte dei tetti delle case.

L’esortazione per gli italiani è di non impaurirsi ma reagire smettendo di dire “….in vita mia non ho mai…”ma applicare normali procedure di sicurezza: protezioni dall’innalzamento dell’acqua, revisione delle strutture dei tetti e altro.

Tornando al Joshua National Park in fiamme anche qui, le dimensioni dell’incendio sono “enormi” tanto da mobilitare tra gli aerei più grandi del mondo per contenere il danno senza togliere il bisogno di reagire rispetto al subire.

L’Uomo moderno è colui che cade e si rialza reagendo pur avendo in cuor suo timore.