Fondi Ue regalati all’Italia, perchè? non l’ha capito nessuno. Certamente molti hanno già assaporato il gusto della spesa con questi soldi che dovrebbero arrivare, tanto che è paralizzata l’azione di governo. Mi spiego.

In Italia non si lotta più per costruire il presente per avere il futuro, ma si è già passati a quello che accadrà. E cosa accadrà? Pare che siano stati stanziati dei fondi dall’Unione Europea a favore del nostro Paese. Questo piano d’investimento è stato approvato in un periodo (luglio 2020) completamente diverso rispetto a settembre dello stesso anno.

Cosa vuol dire?

A luglio 2020 in Francia gli infetti da polmonite cinese erano zero, oggi, a settembre 2020, sono 9mila in più al giorno. 

Una dinamica similare si sta confermando in Germania ed è già attiva in Spagna.

La domanda di logica da farsi è semplice.

Chi è quel pazzo di politico che regala denaro all’indebitata/fallita italia, quando il suo Paese necessità di fondi? 

Basta solo pensarci per accorgersi che i fondi Ue sono una promessa che potrebbe non essere mantenuta. Questo non per “mala fede”, quanto per sopravvenuta emergenza, capace di stravolgere il quadro generale. Fin qui il ragionamento logico. La NON LOGICA inizia con il povero baby governo italiano (ministri troppo giovani) tutto proteso a quello che sarà.

Abbiamo un “Capo del Governo”, quello non eletto da nessuno, che passa le giornate a pensare come spendere il denaro che “arriverà”.

Un atteggiamento di questo tipo, di chiusura sul futuro, esprime ancora una volta la povertà della politica nazionale.

Perchè i fondi Ue siano stati assegnati all’Italia è un mistero. Probabilmente, avendo l’italia sfondato il 150% d’indebitamento sul PIL, ormai si parla di FALLIMENTO DELLA REPUBBLICA ITALIANA. In dottrina oltre il 150% d’indebitamento sul PIL lo Stato non ha più capacità di restituzione del capitale, perchè schiacciato dall’onere degli interessi.

E’ probabile che la Ue abbia valutato dannoso, per la comunità europea, il fallimento della Repubblica Italiana. Ne consegue che i costi per la Comunità, derivanti dal fallimento italiano, sono stimati superiori ai 300 miliardi. Non è forse quest’ultimo un argomento sul quale riflettere?