Fase svedese5, l’urlo di gioia dei protestanti. per la vittoria a Breitenfeld. squarciò quell’epoca con un’inondazione di pubblicità di parte. La vittoria sui cattolici venne presentata come quella della modernità sul vecchiume. Molta enfasi fu caricata sull’evento, ma ciò che fu peggio è l’avanzata nel sud tedesco di Adolfo Gustavo.

Un’avanzata che non incontrò resistenze d’effettivo valore da parte delle città cattoliche. L’esercito cattolico, già ridotto alla metà, nelle mani del solo generale Tilly dovette riorganizzarsi. Nel frattempo, per chiaro e preciso ordine del re svedese, si praticò la distruzione sistematica di ogni villaggio sul loro cammino.

Si apre con la fase svedese5 la parte più critica per la popolazione dell’intero conflitto. Non bastarono sia le distruzioni di massa sulle città, sia il sostegno logistico degli eserciti, ora anche la deliberata distruzione del territorio come atto scelto e voluto dai protestanti. 

Al contempo va segnalata la fine di una gravissima pecca in campo cattolico. Il vizio di bruciare al rogo le persone. Nelle città cattoliche (impazzite) mai come in quegli anni si bruciarono per eresia le persone. Ufficialmente come “streghe” si bruciò di tutto. Bimbi di 7 anni e preti come anziani d’età pari a 95. Una follia collettiva, tutta cattolica, che produsse oltre mille morti, arsi sui roghi. Successivamente (anche questo in anticipo sui successivi 300 anni verso la popolazione di razza ebraica) per risparmiare sulla legna si bruciarono le “streghe” in forni appositamente realizzati.

L’avanzata degli svedesi pose fine a questo scempio tutto e solo cattolico.

Re Adolfo Gustavo, scendendo a sud, preferì seguire le vie d’acqua favorendo il trasporto di cannoni e munizioni.

In questo scendere a sud, si fece inverno motivo di cessazione delle ostilità fino alla primavera 1632. Addirittura (citazione da pagina 91 del testo di Pantle) il 31 marzo 1632 Gustavo Adolfo entrò a Norimberga. Una città libera, di natura imperiale e confessione protestante, a una cinquantina di chilometri da Bamberga. La popolazione accolse il sovrano svedese come un liberatore. Al suo ingresso furono sciolte le campane, si spararono salve di saluto, la folla si accalcò festante intorno al re a cavallo, le madri sollevarono i figli verso di lui. 

Un’aria di festa nelle città che non corrispose a quanto continuava ad accadere nelle campagne in fiamme.

Fase svedese5 prosegue.