Geopolitica ed emozioni, questo è libro di Dominique Moisi già qui commentato in più occasioni. Oltre all’aperta ostilità che si dedica allo scrittore considerandolo al servizio e al soldo della Cina o comunque compromesso con quel regime dittatoriale per quanto ha scritto nel libro, su un punto ci si trova in accordo. In realtà i punti di contatto sono diversi e lo SFORZO è ora rivolto a smetterla di trovarsi in contrasto con l’autore, tanto la sua opera resta compromessa in ogni caso. E’ possibile salvare qualcosa da questo “lavoro editoriale”? Con tale nuova e voluta predisposizione d’animo a pagina 195 delle 231 dell’opera è scritto:

….se soltanto i palestinesi avessero avuto un loro equivalente di Mandela invece del debole e incompetente Arafat….e se soltanto il De Klerk israeliano, Yitzhak Rabin, non fosse stato assassinato da un fanatico…

In effetti con questa riflessione, del resto particolarmente attuale, non solo si è in accordo, ma lascia da meditare. Grazie Dominique Moisi, qualcosa del suo lavoro è interessante.

Sullo stesso piano vengono elencati a pagina 196 i problemi dell’Africa così sintetizzati:

  • AIDS al 20% della popolazione; almeno in Sud Africa;
  • non solo povertà in Africa ma totale miseria;
  • artificiosità dei confini tra Stati tale da rendere non partecipe la popolazione alle sorti della Nazione. Si tratta di persone che restano fedeli alla tribù non allo Stato. Questa non identificazione nel Paese d’appartenenza eleggendo la tribù come punto di riferimento, conduce alla povertà gli Stati e il continente. Un pensiero di questo tipo porta (l’autore non si sbilancia su tale aspetto) al continente europeo, ovvero a quegli stati che si sono legati nella Comunità economica europea, oggi detta Ue. L’idea/sospetto è che l’indefinitezza nel rapporto Stato-cittadino conduca ad evasione dal voto e della tasse il cittadino che resta confuso da:
  • A) dematerializzazione del contatto con la Pubblica Amministrazione e Comune;
  • B) sovrapposizione tra Ue e giurisprudenza nazionale. 

Il libro “Geopolitica ed emozioni”, in forma indiretta, conduce a una riflessione critica e molto acuta contro la Ue.