Produttività, che cosa vuol dire e se c’è un nesso con la disoccupazione. Integrazione agli appunti per gli studenti 

Tutti i miei studenti si muovono molto bene su concetti come il PIL, l’inflazione, la deflazione e la disoccupazione. Non solo, ma hanno anche idee chiare sul concetto di liquidità (assimilando al circuito sanguigno il ruolo della moneta nel sistema economico, da cui una critica mortale alla moneta unica). L’insieme di questi ragionamenti apre all’analisi sulla globalizzazione, delocalizzazione e reshoring. Manca però un concetto che non c’è stato tempo per spiegarlo. Come si collega la disoccupazione al PIL? Espresso in termini più chiari, per discutere di disoccupazione, basta solo pensare alla carenza dei posti di lavoro (principalmente dovuto alla delocalizzazione) oppure serve un nuovo punto di riferimento? Ebbene si, per discutere di disoccupazione serve un nuovo concetto che si chiama produttività. La produttività è il nesso che collega il PIL alla disoccupazione. Per produttività s’intende la quantità di cose fatte  nell’unità di tempo, ovvero quanto è stato realmente prodotto in 1 ora di lavoro.

Vediamo di fare ora il punto: per discutere di disoccupazione serve considerare il PIL, infatti al crescere di questa grandezza economica si riduce la disoccupazione. Il collegamento tra le 2 dimensioni si chiama produttività.

In termini monetari nel 2007 un dipendente italiano aveva una produttività di 74,000 euro. Significa che pur prendendo uno stipendio, ammettiamo di 35mila euro lordi, riusciva, nel 2007 a ripagare al datore di lavoro il doppio del suo costo.

Nel 2009, in piena crisi subprime, la produttività per addetto, in Italia, scese sotto i 70mila euro, oggi, è stabilmente sotto i 69mila euro.

Per spiegare il meccanismo produttività-PIL e disoccupazione, dobbiamo conteggiare la quantità di ore lavorate (che sarebbe il secondo parametro per il calcolo della produttività). Nel caso le ore diminuiscano, ovviamente cala la quantità di cose fatte in 1 ora di lavoro (la produttività) e in effetti in Italia abbiamo sia un PIL stagnante, che un costante calo di ore lavorate, quindi per forza di cose cala la convenienza ad assumere persone e si alza la disoccupazione perchè si lavora meno ore e si produce ancor meno.

Non è un ragionamento complicato, però questo meccanismo comporta 3,1 milioni di disoccupati effettivi e un complessivo di 10 milioni di persone, in Italia, che sono sotto occupate, in nero, o che rinuncia a cercare un lavoro.

Voi assumereste una persona che lavora poco e rende ancora meno, ma va regolarmente onorata ogni mese con la paga? Ecco che spero si apra agli occhi di tutti il concetto di produttività affinché diventi importante per capire le reali dinamiche economiche di ogni paese che abbiamo studiato insieme. Resto a disposizione, come sempre, per approfondimenti.

In gamba.

il prof