Costo ammortizzato come novità introdotta dal Decreto Legge 139/2015 “decreto bilanci” recependo pari iniziativa alla direttiva EU 2013/34/Ue.

In Italia tutto quanto recepito dalle direttive UE è considerato acriticamente in base a un concetto di soggezione nazionale verso l’istituzione europea. Anche su questo concetto, relativamente al costo ammortizzato, si è verificata la stessa dinamica.

Il costo ammortizzato interviene tutte le volte che in un debito ci sono aggi/disaggi (vedi prestito obbligazionario) come costi iniziali (spese d’istruttoria, commissioni) o spese legali e di consulenza come in un finanziamento bancario.

Ne consegue che il costo ammortizzato si applica su debiti a media e lunga durata. Non solo, tale procedura non è obbligatoria. Significa che ne sono fortunatamente escluse le micro e piccole PMI citate nell’articolo 2435 bis e ter del Codice Civile.

Anche le imprese con bilancio ordinario (in uso dal 1.1.2016) ne sono escluse se tale criterio è considerato irrilevante come in effetti è.

Per potersi esercitare sul costo ammortizzato, è necessario distinguere tra tasso d’interesse effettivo e quello nominale. Ed è qui che crolla l’intera struttura concettuale del concetto.

Crolla tutto il sistema perché in contabilità entrano gli interessi effettivamente pagati come da contratto stipulato, non quelli immaginati. Il costo ammortizzato inventa di sana pianta un conteggio “tutto suo” che non ha corrispondenza con la realtà contabile.

Sono state modificate le scritture contabili per far posto a questo “ufo” (disco volante della contabilità, insomma un’invenzione) lasciando ovviamente il valore di banca, con cui si pagano gli interessi negativi, inequivocabilmente legato (e per fortuna) solo agli interessi stabiliti dal contratto.

Ecco perché il costo ammortizzato è un’assurdità contabile.

In questo primo studio si chiarisce il concetto a seguire gli esempi pratici.

Questa “procedura”, per cui si chiede un provvedimento di legge di correzione e annullamento delle stupidate introdotte dal DL 139/2015, è frutto di un’invasione di campo della finanza aziendale nella ragioneria.

La finanza aziendale è rea (colpevole) d’averci portato dentro la cosiddetta SOCIETA’ DEL DEBITO applicando il Teorema di Modigliani del 1958.

Grazie all’applicazione di “concetti” di fantasia contabile, prelevati dalla creatività della finanza aziendale, siamo indirizzati verso la più grave crisi debitoria della storia del capitalismo.

Una crisi che poggia su debiti che nessuno pagherà. Grazie finanza aziendale e quindi a concetti come il costo ammortizzato.