Ancora su questo argomento che suscita grande interesse. Come già qui pubblicato, le università pubbliche statunitensi registrano meno iscrizioni da parte degli studenti in ragione del – 20%.

precedente articolo pubblicato sul tema nella serie “Taccuino americano 2019”.

Sulle restanti università private i dati non sono certi perché spesso “riservati” per questioni d’immagine.

Comunque non ci sono motivi per credere in un travaso d’iscrizioni dal pubblico al privato.

I costi di un anno universitario nel pubblico (il college) sono molto diversi rispetti al privato, ma non è questo il tema.

Un anno nel sistema formativo privato costa 60mila dollari per medicina a Palo Alto (a sud di San Francisco) o 30mila a Chicago e a Berkeley. Nel sistema pubblico per i cittadini residenti 7.500 dollari a Flagstaff.

L’argomento qui approfondito sul tema è uno: la qualità dell’insegnamento e la crescente disattenzione degli studenti al pensiero meditato.

Il “docente” selezionato al ruolo, in questi ultimi anni globalizzati, è un soggetto arrivista che utilizza l’insegnamento per una bella mostra di se.

In pratica un esibizionista (un malato perché l’esibizionismo come la noia sono malattie della mente) che sfrutta una via per la visibilità sociale.

Non che non sia stato così nel passato ma oggi in forme sistematiche e maggiormente accentuate.

Non che tale atteggiamento non sia anche dei magistrati, con pessime ricadute sulla qualità del sistema giustiziario.

Certamente la patologia esibizionista coglie il tempo che stiamo vivendo in ogni aspetto.

Quest’essere istrionico dei magistrati-professori-giornalisti, non è gradito dai giovani che pur, crescendo, ne imiteranno lo schema comportamentale.

Il magistrato produce meno danni sociali, rispetto al docente universitario, perché il primo agisce sulla parte meno nobile della società che sa neutralizzarne i comportamenti istrionici.

Che ironia della sorte, il magistrato è tanto esibizionista da ritrovarsi nella parte peggiore della società. Poveretto.

Al contrario, il docente, agisce e opera sulla parte più vivace della società, ricevendone discredito e disprezzo, ma imitazione.

Ecco che il danno sociale prodotto da un professore è peggiore e più ampio rispetto a quello di magistrato.

Il danno sociale prodotto da un giornalista è ampiamente arginato dalla crisi di valore riconosciuto alla carta stampata sulla quale agisce con successo il Presidente Donald Trump.

Ecco che ragionare ancora sulla crisi del sistema universitario consente l’apertura di più temi sociali e una riflessione sul sistema di vita in uso.