Vaccini e non solo quelli, mancano completamente nella visione di un ordine di governo per la Nazione.

Ecco un altro motivo per volere le votazioni politiche anticipate.

Questione vaccini: l’abbiamo capito tutti che all’inizio le dosi sono poche e vanno gestite “a chiamata”. Prima il personale sanitario, quindi le persone a rischio, insegnanti e dipendenti pubblici. E’ giusto così, però anche su questo c’è da ridire.

Non dev’essere vaccinato solo l’infermiere tralasciando la sua famiglia. Non solo vaccinare il portantino come il medico in assenza delle rispettive famiglia. Il vaccino va esteso a tutto il nucleo familiare convivente. A che serve vaccinare uno della coppia tralasciando l’altro che s’ammala e a sua volta contagia?

La giusta politica è vaccinare l’interno nucleo familiare tranne i minorenni.

Questa dovrebbe essere la politica d’intenti che non è applicabile perchè i vaccini mancano. Almeno che sia enunciata!

Altro grave aspetto è la mancanza di un calendario. 

Al netto d’ogni adeguamento temporale, manca l’idea stessa di porre il vaccino in farmacia. La libera vendita del vaccino consente, a chi non rientra nelle giuste precedenze, di potersi vaccinare pagandosi la fiala. Perchè questo non è neppure stato pensato ne tantomeno programmato?

Qui non mancano solo i vaccini, manca l’idea di un ordine e sistema di gestione.

Questione scelta del vaccino.

Affidarsi alla società americana quando in Italia (3° produttore mondiale di farmaci) ci sono tutte le capacità produttive, appare sinceramente frettoloso.

Come la storia delle mascherine che erano state incoscientemente affidate alla produzione cinese e ora nazionalizzate con produzione italiana.

Non è meglio attendere anche un mese (tutto gennaio) e partire dal 1° febbraio con produzione nazionale?

La Ue non ha ancora autorizzato un vaccino già in uso in India e nella Gran Bretagna. Qualcosa non quadra. Certamente il “Governo” non è capace di sganciarsi dall’Ente europeo del farmaco per decidere a favore della Nazione. Ecco un altro motivo per andare a votare.