Un maggior o minor tasso d’interesse modifica la quantità di moneta in circolazione. Non solo, influisce anche sugli investimenti e quindi sul reddito complessivo della Nazione (quanto comunemente indicato con PIL).

Solitamente, di fronte a questo argomento, si resta in soggezione. Lo scopo di quanto qui scritto, che rientra negli appunti di MICROECONOMIA, è quello di sentirsi più sciolti in materia.

CHE COS’E’ IL TASSO D’INTERESSE? Semplice, il prezzo della moneta. Ne consegue che a un maggior prezzo compriamo di più? 

E’ sufficiente rispondere a questa domanda per immaginare cosa accada al variare dell’interesse praticato sul mercato.

Partiamo dal primo caso di questo interrogarci sul maggior o minor tasso d’interesse e conseguenze.

A) Un maggior tasso d’interesse comporta:

  • una minore domada di moneta.

Il motivo è semplice! Se il prezzo di un oggetto è più caro, va ovviamente comprato di meno. La moneta non fa alcuna eccezione alla regola. In macro, una contrazione di moneta vuol dire due cose:

A.1 – minor domanda di moneta da parte degli operatori;

A.2 – minor domanda di DEPOSITI da parte degli operatori verso le banche e quindi di RISERVE da offrire alla Banca centrale.

B) Il minor tasso d’interesse comporta il contrario di quanto appena indicato.

Il ragionamento si rende ancor più interessante considerando l’offerta di moneta che è nelle decisioni della Banca centrale.

B) Aumento dell’offerta di moneta da parte della Banca centrale:

L’aumento della massa di contante o comunque di moneta sul mercato, sposta verso destra la curva rettilinea dell’offerta. Tale curva trasla sulla domanda di moneta emessa dalla Banca centrale, portando a un tasso d’interesse più basso. Per questo s’apprezzi la grafica esposta.

Qui va però approfondito un aspetto.

Esistono tre tipi di domanda di moneta:

  • domanda di M come circolante e depositi in c/c;
  • a seguire la domanda di moneta bancaria (vuol dire solo depositi di conto corrente bancario);
  • infine la DOMANDA DI MONETA EMESSA DALLA BANCA CENTRALE. Significa sommare la richiesta di circolante degli individui e operatori più le riserve a carico delle banche.

Non vanno confuse le tre domande, infatti nel grafico si confronta sia l’offerta sia la domanda, entrambe emesse solo e soltanto dalla Banca centrale, per calcolare l’interesse.