Sul razzismo verso altre culture, che rappresenta una logica e prevedibile reazione a un eccesso d’immigrazione, viene negato qualsiasi confronto concettuale.

Perché la democrazia teme il dialogo aperto?

Appunto non siamo in aperta democrazia (vedi mancate elezioni politiche anticipare in Italia a differenza di quanto accaduto in Spagna e Grecia) ma ci troviamo in una sorta di voluto autoconvincimento per alcuni valori imposti.

Da questo equivoco nascono reazioni del tipo Brexit, la Presidenza Trump, il crollo del Macron, l’anomalia italiana e la possibile uscita della Polonia dall’area Ue.

Cerchiamo di porre ordine in una voluta confusione!

La mentalità di sinistra ricade sempre sullo stesso errore: impone dei “valori” per poi gridare allo scandalo e attacco alla democrazia se fossero posti in discussione.

Questo difetto della sinistra è tipico di chi ha torto e prova a imporsi con ogni trucco.

L’imposizione sinistroide non è diversa se applicata anche sulla forzata convivenza tra culture diverse causata dall’immigrazione non arginata.

Sull’immigrazione vanno sviluppate diverse precisazioni che sono:

a) 10 milioni d’immigrati su una popolazione di 55 milioni d’italiani è eccessiva. Viene da chiedersi perché ci siano così tanti immigrati in Italia! Su questo aspetto emerge l’interesse del Partito Democratico (i comunisti) ad importare immigrati per avere nuovo elettorato;

b) la voluta confusione tra opposizione all’immigrazione e antisemismo. Qui c’è l’aperta mala fede delle Istituzioni che hanno trasformato in pagliacciata l’opposizione al razzismo fomentandolo.

La Signora Segre si è prestata alla pagliacciata perdendo dignità.

Qui non è in discussione il valore dello Stato d’Israele, la storia del suo popolo e il rispetto che merita.

Tolto dallo scenario in discussione il valore per il popolo ebraico e il rispetto dovuto per l’Olocausto, resta il problema principale: che ci fanno 10 milioni d’ospiti in questo Paese?

Pulito il confronto dalla voluta confusione, resta un problema irrisolto: il Paese non si è mai espresso con un referendum sulla convivenza con altre culture.

Dall’assenza di un libero confronto e annesso voto referendario sulla convivenza, emerge la prevedibile reazione d’intolleranza.

Che la si smetta di strillare allo scandalo per la reazione contro l’immigrazione quando è stata imposta e in assenza di un voto chiesto a tutti gli italiani.

Sul razzismo, come qui dimostrato, manca un confronto serio senza pregiudizi.

L’immigrato cerca un mondo migliore? Perchè non trasforma il paese d’origine un posto diverso?

Gli italiani tra Rinascimento, Risorgimento e rivoluzioni varie, comunque, al prezzo di una montagna di morti, hanno saputo modellare un paese che per quanto criticabile, funziona!

Perchè gli immigrati non s’impegnano come hanno fatto gli italiani nei loro rispettivi Paesi? Nessuno lo sa.

Da questa mancata risposta sul razzismo è l’assenza di un confronto dialettico aperto emerge la quotidianità fatta d’intolleranza. Perchè lamentarsi quando crolla un’imposizione?