Riflessione sulla pandemia da polmonite cinese (detta come classifica burocratica “covid numero 17”).

Certo che con un’Italia che non sa vivere senza ferie ci fai poco. 

Nessuno è cosciente del FALLIMENTO DELLA REPUBBLICA ITALIANA PER ECCESSO DI DEBITO SUL PIL. Tutto “dormono” sui soldi che arriveranno (senza immaginare che la pandemia 2 annulla ogni decisione presa). Il Governo è un baby governo diretto da uno non votato da nessuno, però questo colpo di stato non disturba alcuna sensibilità.

Il problema degli italiani è di recarsi in ferie! Non solo, ma anche quello d’ubriacasi di frasi di come del tipo “andrà tutto bene“.

Un ottimismo suicida di questo tipo non può non restare nei libri di storia come di una società instupidita.

Fra meno di un mese si vota sul referendum che riduce la democrazia nel paese e la notizia passa tra la noia più completa.

L’Italia ha 4,5 milioni d’imprese (almeno le aveva a gennaio 2020) con 3,1 dipendenti in media a testa. La Germania ha 4,3 milioni d’aziende in attività ad oggi (estate 2020) con una media di 35 dipendenti per impresa.

Questo Paese non ha un modello di sviluppo trovandoci con i “nuovi imprenditori” a livello d’albergatori e ristoratori. 

Di fronte a queste vicende si discute se “rieleggere” un sindaco a Roma “classe Raggi”. Una classe di somari nel senso che è veramente raro trovare un sindaco così impreparato come la Signora Raggi.

Se queste sono le grandi discussioni d’Italia o quelle che non si è capaci di fare, la riflessione sulla pandemia diventa cruda e acida.

Un esercito d’immaturi non ha saputo bere a casa l’analcolico e si è infettato. Il virus che sta divorando i polmoni a questi ragazzini forse non uccide (per ora) ma taglia quote di vita da vivere. Abbiamo una generazione con i polmoni ridotti a metà. La riflessione sulla pandemia diventa il referto su un morto che cammina: l’Italia.

Le soluzioni? Certo che ci sono ma non piacciono a nessuno.