Ricerca attiva di un posto di lavoro. Come si fa? 

La ricerca attiva di un posto di lavoro è diventato “lo sport” nazionale di oltre 3 milioni di concittadini. Come abbiamo fatto a giungere a tanto? Potenza della globalizzazione e di una cattiva gestione politica della Nazione. Ora però dobbiamo uscire fuori dai guai. Certamente non ci viene incontro ne la globalizzazione ne il Governo. Del resto stiamo parlando di un esecutivo privo di legittimità politica avendo ostacolato le votazioni. E’ chiaro che ogni giorno che passa sono voti in meno al Pd – Partito democratico. Individuata la vicenda come gestire la ricerca attiva di un posto di lavoro?

E’ molto facile trovare false richieste di lavoro. In realtà non offrono lavoro ma invitano ad iscriversi a qualche corso. Peggio quando cercano “professionisti da avviare alla vendita”. Insomma si moltiplicano le “occasioni-fregatura”. Come se non bastasse ci sono anche i comportamenti fuori legge. E’ noto il caso della Michael Page di Milano (forse è così in tutta Italia, non so) che esclude d’autorità gli over 35.  Applicare queste procedura, operando in forza di un mandato del Ministero del Lavoro (che non verifica) è se non un reato certamente un abuso.  Come trovare un lavoro tra abusi, reati e finte offerte d’impiego? 

La soluzione migliore è fare da sé. Significa organizzarsi con altre persone in disagio lavorativo. Questo è il primo passo. Il secondo chiedersi: cosa manca sul mercato?

Ad esempio cucinare in piazza una bistecca cow boy potrebbe essere un’idea? Sembra uno scherzo ma non lo è affatto. La ricerca attiva di un posto di lavoro richiede un’importante dose di fantasia. Certo in una società decadente e ferma come quella nazionale gli sbocchi non ci sono. Emigrare è una bella idea. In alternativa crearsi il lavoro è l’unica vera possibilità concreta.

Che ridere quando vedo che il capo selezione di una società ha 35 anni. In realtà sono ragazzini che giocano a fare i manager pagati come impiegati.