Quando un museo è vivo. Aerei esposti che rullano sulla pista. Mamma mia che emozione! Difficile da descrivere il rullo di un motore a pistoni che rulla sulla pista. Un modello che ha combattuto nel secondo conflitto e che ora che sta decollando. Per un appassionato che sente nel sangue quest’emozione è come entrare nella storia.

Quando un museo è vivo. Accade se i mezzi esposti si muovono. Un sottomarino in acqua. Una nave nella piscina. Un aereo che vola. Un fucile che spara. Un motore che si accende e offre il suo rullo all’orecchio da educare al suono. Questa è la dimensione del reale, non quella statica tradizionale o virtuale che finge. Con queste caratteristiche si può pensare che un museo sia vivo e vegeto quindi visitabile.

Quanto fattura in più un museo vivo rispetto a quello statico? Non credo valori più elevati; il guadagno non è nel numero di visitatori. Al contrario si “fa cassa” sul privato che manutenziona e adotta il suo veicolo lasciandolo parcheggiato al museo. Quindi si parla di un pilota o di una famiglia che conserva un bene storico della sua esistenza. Una ristretta cerchia di marketing. Anzi la nicchia della nicchia. Assodato questo, la domanda si aggiorna: è sufficiente la nicchia della nicchia per tenere in piedi un museo?

Qui entra in campo la passione più che il guadagno. La passione è un ottimo carburante per ogni motore umano. Certamente va riconosciuto come da 30 anni visiti ogni anno questi 2 musei vivi a Chino – Ca. Sono operativi e attivi, puliti ed efficienti. Ricordo la commessa di 30 anni fa, che oggi si è fatta più matura, ma sempre affascinante. Quindi vuol dire che gli stipendi per sostenere un dipendente fino alla pensione ci sono e anche di più. La domanda ora cambia. Perchè in Europa e in Italia non ci sono musei vivi? Credo sia una questione fiscale. Del resto quando un museo è vivo circola più intelligenza e sensibilità.