Marketing per imprese funebri/3 approfondisce le condizioni di marketing per le aziende di questo settore dopo aver analizzato il contributo del 1944 d’Erich Lindemann; ora è il turno di John Bowlby del 1980.

Il merito di Bowlby è quello sia d’aver studiato su persone non compromesse con patologie di diversa natura, il che lo rende idoneo ad essere valorizzato nel marketing, ma in particolare nell’aver assegnato UNA TEMPISTICA alle 4 fasi che lui riconosce nell’elaborazione del lutto descritte nel testo “Attaccamento e perdita” sviluppato in ben 3 volumi!

Il primo passaggio, quello di stordimento ha una durata che si sviluppa tra le prime ore della perdita a oltre una settimana. Si tratta esattamente della fase mentale con la quale l’impresa funebre s’interfaccia con il cliente.

Il successivo stato d’animo si chiama struggimento e ha una durata normale di 2 mesi. Già questa secondo segmento dell’inter d’elaborazione del lutto non interessa più, quasi tutte le imprese di pompe funebri, che hanno già consumato il loro rapporto con il cliente. Peccato!

Lo sviluppo del mercato non è nel servire una bara da interrare o cremare, ma nel mantenere un ricordo nella persona che soffre la mancanza di un affetto.

Detto in termini più diretti e chiari, l’impresa che realmente vuole restare sul mercato per lungo tempo, gestisce l’atto funebre come tradizionalmente svolto e segue il cliente nelle settimane e mesi successivi, fino a rilascio nella società di una persona adeguata alle nuove condizioni che la vita gl’impone.

Detto ciò, del resto già ampiamente descritto nei passaggi d’analisi sviluppati fino ad ora, qui ci si concentra sulla fase di stordimento, quella che dura una settimana dal lutto.

Essendo il cliente “STORDITO” l’ideale è di NON AVER A CHE FARE CON LUI DIRETTAMENTE, MA CON I FAMILIARI. Ovviamente non si tratta di una regola assoluta che subisce tutti gli adattamenti del caso.

Marketing per le imprese funebri/3 prosegue nel quattro.