Il manager innovatore: ecco un esempio pratico che gli attuali imprenditori non capiscono (è il caso recente dalla provincia di Vicenza)

Relativamente al concetto di manager innovatore sono stati recentemente pubblicati più spunti. Infatti sono pervenute molte richieste d’approfondimento. Vediamo di fare un esempio.

ESEMPIO PRATICO PER CAPIRE COME RAGIONA UN INNOVATORE

Molti anni fa ero Capitano alla Scuola di Guerra di Civitavecchia. A quell’epoca si stava dissolvendo il Patto di Varsavia. Nonostante ciò, i nostri naturali nemici erano gli ungheresi. Le divisioni corazzate ungheresi sarebbero state quelle del Patto di Varsavia destinate all’Italia. I russi avrebbero fronteggiato i tedeschi per giungere a Parigi.

Durante le lezioni alla Scuola di Guerra, lo Stato Maggiore decise un incontro tra ufficiali ungheresi e italiani. Un elicottero italiano s’alzò per prelevare la delegazione ungherese a Gorizia. All’insaputa degli ufficiali slavi, uno dei nostri dell’equipaggio parlava ungherese. Con grande sorpresa sia degli slavi che nostra, volando sulla pianura padana, ci fu una novità. Le ampie distese di vigneti italiani avrebbero ostacolato le divisioni corazzate slave contro di noi.

Per decenni la NATO si è disperata considerando l’imponente divario tra carri armati italiani e slavi. Ecco la sorpresa. I carri armati slavi si sarebbero impigliati nei filamenti di ferro dei vigneti italiani. Questo particolare avrebbe provocato la rottura dei cingoli. Un carro armato immobilizzato, viene facilmente centrato e distrutto.

Nessuno avrebbe mai immaginato.

Qual è la morale della storia. Un manager innovativo non è colui che gestisce; per questo basta un quadro. L’innovatore è quel ricercatore, che trova le soluzioni, passando per vie mai immaginate! Per far questo non può essere legato alla disciplina del dipendente: è un manager! Sopratutto deve poter contare sull’autonomia in armonia con l’azienda. Questo vuol dire saper agire su più piani contemporaneamente:

  • virtuale per far sapere al mondo la novità;
  • pubblicitario & pubblicistico;
  • brevetti se necessari;
  • ricerca & sviluppo;
  • fondi pubblici a sostegno;
  • internazionalizzazione;
  • contratti in rete & sinergia;
  • revisione della politica commerciale;
  • formazione al personale.

chi sa coordinare questi aspetti, allo stesso tempo, è un vero manager. In realtà sarebbe un amministratore delegato o direttore generale. Però non esageriamo: è un innovatore e manager.

IL CASO DI STUDIO IN PROVINCIA DI VICENZA

Il “caso Vicenza” è ormai oggetto di studio. Un imprenditore ha saputo dirigere la sua azienda a livelli “fastascientifici”. Si tratta di un grande capitano d’industria. Nel suo fare, lottando l’intera vita per un centesimo in più/meno, ha anche saputo inventare qualcosa d’innovativo. Grazie a quest’uomo “cambia lo stato della tecnica”. Evviva, il progesso avanza!

Per completare il quadro, l’imprenditore chiama a sè un manager innovativo. A tale professionsita non consente nè autonomia nè lo spazio per agire. La collaborazione termina in 2 mesi. Cos’è accaduto?

E’ successo che quella azienda non ha mai avuto un manager. Uno di quelli veri. Al massimo dei consulenti. L’imprenditore non lascia spazio al manager. Tanto meno consente di sviluppare qualsiasi strategia nell’interesse dell’azienda. Ok alla prudenza, ma di troppa malfiducia si muore. Questo è il caso Vicenza.

CONCLUSIONI

Ci sono 2 problemi.

Il primo riguarda l’industria italiana. Questa ha disperato bisogno di manager innovatori. Non servono finti quadri. Necessita quella figura dotata di ampie viusali. Di colui che sappia capire quando i tralicci dell’uva cambino la strategia.

Dall’altra parte serve una classe imprenditoriale capace di compredere. Capire che senza un innovatore si muore. Morire vuol dire (come i carri armati rotti) restare fermi.

Non resta che sperare che l’imprenditore veneto almeno onori le fatture emesse.