Lavoro agile come concetto espressivo. In questa sede non è importante la definizione tecnica che viene comunque riportata. Qui si vuole recuperare il senso linguistico d’unità nazionale che è andato perduta.

Pensiero e linguaggio è un libro scritto da Lev S. Vygotskij vissuto tra il 1896 e il 1934. La tesi del testo è molto complessa è così riassumibile: come il pensiero dell’uomo si rende linguaggio.

un libro degli inizi del Novecento, un capolavoro della psicologia sovietica non apprezzato di quegli anni, 1934, riabilitato nel 1956, giunto in Italia nel 1990

Il concetto di Vygotskij si allarga in una visuale più ampia per cui noi siamo quello che diciamo.

Nel momento in cui il nostro linguaggio viene mischiato in forme massicce e importanti con linguaggi NON nazionali, si perde il senso d’unione nazionale.

Quello stesso senso che, in tempo di polmonite cinese estesa all’Italia, difetta in molti concittadini.

Come interrogarci sull’esodo al Sud da Milano, di 20mila persone in Sicilia, 16.500 in Puglia etc….etc….per un totale di quasi 50mila?

Una tesi poco dibattuta, ma importante, è sottolineare come disgregante sia, per il senso d’appartenenza alla comunità nazionale, l’uso di terminologia straniera.

Siamo invasi da un esercito di persone che per spiegarsi usa appositamente linguaggio non italiano senza rendersi conto che è SANO e SAGGIO AVERE UNA COSCIENZA NAZIONALE da tradurre poi in altri linguaggi.

Il concetto tradotto vuol dire che è coerente e sano un italiano che parla in inglese, non un senza razza e cultura che parla di tutto senza appartenere a nulla.

Correggendo le tesi di laurea degli studenti, si notano una valanga di parole straniere utilizzate con grande disinvoltura dagli allievi il che rappresentano tutti errori!

IN UNA TESI DISCUSSA IN ITALIA SI PARLA ITALIANO!

Va isolato e recepito con diffidenza quello che fa la “call” anziché una telefonata, oppure il webinar in luogo di un seminario/incontro d’approfondimento.

L’uomo maturo sa parlare 1 linguaggio, s’identifica in un ceppo culturale e con la sua sensibilità partecipa alle esperienze di vita delle altre culture (che nel mondo sono 9).

Ecco perchè utilizzare il concetto di lavoro agile è corretto in luogo di altre espressioni.

Come indicato dal sito dello Stato alla pagina: https://www.miur.gov.it/lavoro-agile si può leggere che:

Il lavoro agile è una modalità d’esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali (…)

(…) La definizione di lavoro agile, contenuta nella legge 81 del 2017 pone l’accento sulla flessibilità organizzativa e volontarietà delle parti che sottoscrivono l’accordo individuale.

Per la realizzazione del lavoro agile è consentito l’utilizzo di strumentazioni pr lavorare da remoto.

Ai lavoratori agili viene garantita la parità di trattamento – economico e normativo – rispetto ai loro colleghi che eseguono la prestazione con modalità ordinarie.

È, quindi, prevista la loro tutela in caso di infortuni e malattie professionali, secondo le modalità illustrate dall’INAIL nella circolare 48/2017.