La grande tempesta rappresenta l’ultimo libro di Bruno Vespa, edito da Mondadori. Al momento sono a pagina 80 sulle 360 del testo. Ho comprato la proposta di Vespa per capire quale sia il nesso tra Mussolini, la Signora Meloni e il Capo di Stato ucraino. Faccio veramente fatica a collegare i tre personaggi, motivo per cui seguo il Signor Vespa nel Suo ragionamento. Non escludo la delusione per cui “chiederò i soldi indietro allo scrittore” (si fa per dire, ma il prezzo sarà il mancato acquisto dei prossimi libri o di quelli già pubblicati che non leggerò).

Al momento posso solo apprezzare la rilettura di tutti gli avvenimenti che hanno sporcato la nostra storia nazionale tra il 25 luglio 1943 al successivo settembre. Non è faticoso seguire l’argomento sviluppato dall’autore perchè negli anni ho già letto la Elena Aga Rossi e altri che si sono impegnati sullo stesso argomento. Nonostante ciò che pena! E’ sempre così doloroso riflettere su quei fatti.

Va dato atto al Signor Vespa d’essere stato diretto e senza riserve. L’autore ha degnamente crocifisso un soggetto come il Generale Carboni (pagina 50-51 e seguenti) che rubò armi dall’armeria per consegnarle al PCI fomentando la guerra civile ancora non manifestatasi. Un soggetto che andò sotto processo, ma fu assolto. In effetti non c’è mai stato un adeguato passaggio processuale su quegli atti valutando il comportamento di tutti i protagonisti.

Figure di questo genere ce ne sono sin troppe.

Quello che impressiona è:

  • il confronto tra la Polonia e l’Italia ai fini dell’occupazione tedesca;
  • veramente l’Italia s’è meritata un 8 settembre 1943 così misero? 
  • il Re avrebbe dovuto nominare Capo del Governo un civile (Vittorio Emanuele Orlando di 83 anni) e invece ripiegò su un militare (il Badoglio), perchè?
  • impressiona la totale assenza della Casa Reale nella trattativa (condotta in forma molto goffa dal Badoglio) con gli alleati per l’armistizio. Non solo, ma la stessa renitenza del Re a dichiarare guerra alla Germania (che poi dovette fare) esponendo i nostri soldati alla fucilazione perchè ritenuti partigiani!
  • il giudizio sulla Corona non può che essere pessimo e così anche verso lo Stato Maggiore delle Forze Armate ma il Paese dov’era? Gli italiani erano impegnati in una “conversione a U” passando dal fascismo all’antifascismo. Nello sforzo di riconoscersi in altro abito mentale, il Governo è rimasto in mani d’incompetenti, ma ciò che è peggio, è che fu la Corona ad essere ancor più inadeguata.
  • e tutti i fascisti compresa una divisione corazzata (che diventerà poi la divisione Centauro dell’Esercito Italiano) su carri armati tedeschi d’ultima generazione perchè non intervennero su Roma all’arresto del Duce?
  • arrestato Mussolini nessuno seppe cosa farne. La storia è piena di “se e ma”, ma se fosse stato subito fucilato avremmo risparmiato la guerra civile fronteggiando subito l’occupazione tedesca e la storia nazionale sarebbe stata diversa.
  • impressiona anche lo sconforto del Duce arrestato da “leone” in carica a depresso “in cattività”: tutto qui?

La grande tempesta alimenta ancora brutto tempo.

Peccato che Bruno Vespa, in tanti libri già scritti non abbia ancora imparato a mettere l’apostrofo tra due vocali il che impone numerose correzioni da applicare pagina per pagina al libro. Un autore che commette errori così banali perde di credibilità. E’ vero che la norma grammaticale attuale consente sia d’applicare che non la regola dell’apostrofo, ma è solo moda; passa e va. Concludendo, l’autorevolezza di un testo si misura anche dalla sua capacità d’essere elegante nella lettura applicando l’apostrofo dove richiesto.