La fine di un’era: le imminenti elezioni greche

La fine di una certezza. Le elezioni in Grecia, qualsiasi governo esprimono, comunque concludono un ciclo: l’era dell’euro facile dove tutto era scontato e semplice! In ogni caso, sia che la Grecia resti o se ne vada per la sua strada (auspicabile) è stato smascherato il bluff dell’euro.

Si tratta di una unità monetaria germano centrica, pensata e realizzata per le necessità di un tipo di economia e d’Europa che non vale per 27 stati diversi. Laddove l’idea era sicuramente valida, è stata abbandonata a se stessa credendo che senza alcuna successiva integrazione culturale, politica, sociale ed economica, potesse bastare.

Con l’euro facile finisce anche un’era dove tutto, compresa la stessa globalizzazione è stata immaginata secondo processi di progressione matematica e non d’integrazione culturale.

Ecco che la crisi non è dell’occidente, o degli USA come dell’euro, ma di un modo di fare la cose che è iniziato negli anni Novanta e oggi volge al termine. Purtroppo è facile parlare a posteriori, ma la superficialità è stato un tratto di tutti noi che si estende alla politica, società ed economia.

E’ superficiale l’imprenditore che si suicida perché riceve a raffica delle cartelle esattoriali da Equitalia, la quale non sa fare il suo mestiere se questi sono i risultati.

E’ superficiale anche quell’azienda che chiude fra 6 mesi o 3 anni perché i margini sono ridotti o assenti. E’ superficiale quel governo che non comprime prima di tutto la sua folle spesa (vedi sanità e numero di enti locali tra regioni, provincie sostanzialmente inutili a confronto con i comuni) per solo poi rivedere le spese dei cittadini.

L’elenco delle superficialità (denunciate e inascoltate) si farebbe lunghissimo e conviene chiuderlo qui; sicuramente è un’epoca superficiale che volge al termine, come sempre, in un dramma.

Come il Titanic è dovuto affondare per chiudere una stagione, non bastava che si incagliasse o fallisse la società di navigazione, anche questa fase storica richiede il fallimento di un certo numero di stati in Europa e la rivisitazione dell’interno sistema di globalizzazione anch’esso sbagliato.

Come se ne esce? Certo che questa è la fine di un’era.

Sicuramente, nell’imminenza delle seconde elezioni greche, passare a parlare dei nostri atteggiamenti privati potrebbe apparire singolare o fuori tema; in realtà tutto è collegato.

Un imprenditore italiano che ho spinto a rivolgersi al mercato greco in queste settimane, mi racconta di un modo di fare gli affari bizantino, ritardatario, inconcludente giungendo alla logica conclusione che “se la sono meritata”. Torniamo alla connessione mercato-politica-stile di vita-noi. Ecco che il cerchio si completa cogliendo alla radice ogni devianza: noi.

Il governo non capisce le reali problematiche? Ma chi lo ha eletto? Il guaio di questo colpo di stato in bianco al potere in Italia oggi, è che non l’ha eletto nessuno!

Ancora una volta però, con queste considerazioni, non ne usciamo fuori. Serve un uomo nuovo, necessita una generazione di imprenditori, statisti, matematici, economisti, pensatori e persone normali che sia migliore rispetto ad oggi. Servono ex evasori che trovino un nuovo accordo con le tasse, ex condannati che facciano la pace con una società che smetta di perseguitarli, ex traditori di coniugi che imparino a riscoprire quello che hanno sempre avuto sotto gli occhi, ma non valorizzato. Si tratta di un moto rivoluzionario e pacifico che deve sgorgare da noi. Non c’è lavoro? Allora si studia, si scrive, si pubblica, si pensa, si viaggia per capire, si migliora, progetta e si cercano idee, rivalutando il partner che sa sempre osservare le cose con un occhio magico e diverso.

Siamo noi la soluzione, indipendentemente da una destra, sinistra, centro, che spesso perdono il loro senso d’orientamento. E’ probabile che serva un nuovo schema politico di traduzione della realtà, ma sempre figlio di un rinnovamento che dobbiamo trovare noi dentro il nostro intimo.

Come si fa? é importante la fine del litigio con il mondo, entrando in una fase di genuinità (verginità) relazionale, tanto che spontaneamente emerge un modo diverso e più riflessivo di vivere. Il resto “magicamente” (spontaneamente) verrà da sé come le piante che crescono nell’alternarsi delle stagioni. Buon lavoro.