Formulazione delle equazioni dei prezzi e dei salari.

In un precedente studio, qui pubblicato ieri, è stato dato allo studente il concetto di massima. Ovvero che nel mercato del lavoro ci si muove con 2 equazioni alla ricerca del loro punto di contatto. Questo contatto avviene in uno spazio cartesiano delimitato in ascissa dal tasso di disoccupazione e in ordinata dal salario reale. Non solo, sono anche state indicate delle formule delle singole equazioni ma non spiegate. Ora è tempo di capire i criteri di formazione delle equazioni. 

Prima è saggio richiamare una grafica già pubblicata nel primo studio sul tema:

Perveniamo alla formulazione per capirne il senso.

La più semplice è per il salario (indicato con W).

W = f (Prezzi attesi, disoccupazione, variabili istituzionali)

In termini di simboli sui testi è scritto W = Pe f(u,z). In questo contesto, per semplificare, si è voluto considerate i prezzi attesi all’interno della parentesi in relazione diretta con W. E’ importante che lo studente abbia capito che ci sono 3 variabili ad incidere su W.

La direzione d’incidenza su W è però NEGATIVA per la disoccupazione “u” e positiva per “z”. Vuol dire che più “u” deprime W e maggiore “z” protegge a alza W. (tutto chiaro?)

“z” esprime una variabile istituzionale, ovvero come lo Stato entra nel mercato del lavoro. In questo aspetto ci sono 3 componenti: salario minimo, indennità di disoccupazione e protezione dei lavoratori con leggi di Stato. A “z” si aggiunge anche la sindacalizzazione tollerata dalle Istituzioni.

Adesso si passa alla parte più “antipatica”: la determinazione dei prezzi indicati nel grafico come PS.

In questo contesto c’è IL RICARICO (che gli inglesi chiamano markup). Sul ricarico si è già detto nel precedente studio. Si ritiene che in libera concorrenza il ricarico sui salari sia zero. Considerato che la libera concorrenza è pura teoria, in pratica, sul mercato c’è sempre un ricarico sul costo del lavoro. Per questo motivo vale fa formula

Prezzi = (1 + ricarico, indicato come “m”) per i salari, indicati come W.   In formula  P = (1+m)W

A questo punto è importante distinguere tra salario nominale e reale. E’ reale quel salario diviso per i prezzi correnti sul mercato. Qui, noi discutiamo di salario reale mentre è la funzione WS che si concentra sul salario nominale.

ATTENZIONE A QUESTA DISTINZIONE: nominale (solo W) sulla curva WS e reale (W/P) sulla cura PS.

Chiarite le due premesse, ecco la formulazione di PS:

se P = (1 + m) W

si dividano entrambi per W

quindi P/W = 1+ m

invertendo per ottenere il salario reale:

W/P = 1/1+m

Ecco svelato il salario reale in termini di ricarico già indicato in ordinata nel piano cartesiano del mercato del lavoro.

Tutto chiaro? Il prof