Fase svedese7, lasciato lo scontro sul fiume Lech senza successo, il re svedese entrò a Monaco il 17 maggio 1632. In quest’occasione Adolfo agì con “lingua biforcuta”. Vuol dire che in città volle confermarsi come principe dell’ordine e della benevolenza verso i cittadini (se si fossero arresi). Al contrario, nelle campagne, la più totale distruzione. L’obiettivo come ormai noto, fu desertificare la Baviera cattolica. Adolfo volle giocare a Monaco la doppia carta del pacere e carnefice.

A pagina 97 Christian Pantle, nel suo libro qui a riferimento, scrive: Ciascuno fu costretto ad ammirare la calma e la disciplina. Perché la vita, la proprietà e l’onore di tutti erano più sicuri sotto di lui che non sotto la guarnigione del principe elettore. (…) diversamente andavano le cose nelle campagne che il re svedese aveva lasciato ai suoi soldati perché le depredassero.

All’inizio di giugno 1632, per l’invasore svedese, pur essendosi spinto ancora più a sud, accade un fatto nuovo e non piacevole (finalmente).

I CATTOLICI SI RIORGANIZZARONO CHIAMANDO NUOVAMENTE IL GENERALE WALLENSTEIN IN SERVIZIO.

Una sintesi, a questo punto, potrebbe essere: 1632 Wallenstein contro Adolfo Gustavo.

Massimilano di Baviera, che nel 1630 fu uno dei più convinti nemici di Wallenstein, dovette ricredersi. Per quanto nemici, in pubblico questi due personaggi seppero dar buon immagine di loro.

Con la discesa in campo di Wallenstein, il rischio d’essere tagliato fuori dalla costa baltica per Adolfo fu reale. Immediatamente il re svedese invertì il senso dell’invasione battendo ritirata.

Senza fretta, Wallenstein, nel luglio del 1632 cinse d’assedio Norimberga. Si rammenta dallo studio fase svedese6 che questa città, pur essendo in Baviera, essendo protestante non fu distrutta; anzi! Norimberga accolse il re svedese, motivo per cui fu posta sotto assedio da Wallenstein. La logica fu la stessa di Magdeburgo, ma in quest’occasione non si attaccò la città.

Il realtà il condottiero cattolico, più che espugnare la città protestante, volle attirare su di se Adolfo e ci riuscì. Innanzitutto Wallenstein costruì una cintura di strutture fisse d’assedio alla città assediata. In questo modo l’assalto degli svedesi fu applicato da una posizione protetta cattolica. L’effetto fu devastante per gli svedesi. L’assalto del 3 settembre a Wallenstein portò alla perdita di 1000 uomini contro solo 300 cattolici.

Il mito dell’invincibilità del re svedese fu ormai definitivamente infranto. Il 18 settembre 1632 gli svedesi si ritirarono verso nord.

Fase svedese7 prosegue.

L’immagine esposta ricorda il generale Wallenstein.