Elasticità della domanda al prezzo. Criteri di conteggio. Lezione 2 di un corso di marketing aziendale.

Elasticità della domanda che passione e sofferenza! In questo articolo molto è dedicato all’aspetto grafico per spiegarne la dinamica, in pratica quel dettaglio che manca nei testi. In tutti i libri di microeconomia l’elasticità della domanda è spiegata molto bene, ma illustrata male. Questo però problema che è stato già descritto e “denunciato” più volte in questo sito web. Ora poniamo rimedio!

Sia chiaro che L’ELASTICITA’ DELLA DOMANDA si calcola, qui, sulla curva domanda intesa come piatta e non ad anse e sinuosità. Vedi figura “a”. Ricordato questo dettaglio (anch’esso già noto da precedenti articoli) c’è una novità. La quantità di merce venduta a una variazione di prezzo non si calcola sull’asse dell’ascissa, come sarebbe spontaneo, ma per aree. Mi spiego.

Si guardi la figura “b”. L’immagine è tratta dal testo di Economia Politica del prof. Ercole Moroni. Il prof Ercole Moroni fu mio docente nel 1978 a Modena in Accademia Militare, seguì la prof. Fornero nel 1997 a Torino per microeconomia. La figura “b” usa una curva di domanda inclinata, ma il concetto non cambia. Si noti come la PARTE ELASTICA, quella in alto, allo scendere del prezzo produce una grande variazione di merce acquistata. Questa variazione è spiegata dall’area dei 2 rettangoli che si possono vedere. Per meglio spiegare la figura “b” ne viene fatta appositamente un’altra, la “c”, dove le aree sono colorate diversamente.

ECCO SPIEGATO IL GRANDE EQUIVOCO! LA VARIAZIONE DELLA QUANTITA’ VENDUTA IN PIU’ AL CALARE DEL PREZZO DI VENDITA, SI MISURA PER AREE NON PER PUNTI SULL’ASCISSA. 

Non rispettare (o ricordare) questo aspetto, comporta spesso l’errore d’invertire nel grafico dove si trova la parte elastica e quella inelastica.

Vanno ricordati altri 2 dettagli spesso poco citati nei testi di micro, ma pretesi durante gli esami. Il punto di elasticità pari a 1 si chiama “punto di Cournot”, di grande importanza per lo studio successivo del monopolio. Non è finita. Nel concetto di elasticità della domanda, vorrei che fossero molto chiari altri 2 grafici: la domanda di beni succedanei e quelli complementari. La presenza di un bene succedaneo (sostituto) rende più elastica la domanda. Per quelli complementari (ad esempio fanalino di coda nella ricambistica auto) si tende alla rigidità. In genere è poco elastica la domanda di beni necessari (food) ed elastica per i beni del lusso.

Va ancora ricordato che se un bene è pluriuso sarà elastico. Infine è inelastico quel bene che incide poco sul reddito speso (altro esempio sono i fiammiferi).

Chi non ha capito alzi la mano! Leggendo questo articolo si prega di studiare gli altri 3 già pubblicati sul tema.