Destra politica o sinistra? Sono le scelte che rappresentano, da oltre 150 anni, la democrazia.

Cosa vuol dire in epoca globalizzata essere di destra?

Oltre a questioni ideologiche, in piena globalizzazione che cosa vuol dire votare a destra, centro o sinistra?

Destra politica come concetto. Per iniziare a far ordine serve chiarire come la globalizzazione sia un’idea di sinistra. Tutto si basa sull’integrazione acritica tra razze diverse. Da quest’assetto culturale si perviene alla delocalizzazione per aiutare i popoli del Terzo Mondo. Qui ha progettato questa forma d’assistenza sono economisti, americani, di sinistra. Nel caso agli onori, debbano seguire anche gli oneri, il fallimento della globalizzazione è un problema di sinistra. Andiamo più a fondo nella riflessione. Il mondo d’oggi specificatamente in Occidente, è strutturato su violenti dislivelli di reddito. Al contrario il progresso non punta al livellamento tra persone, ma all’equilibrio. L’elemento di “tenuta di sistema” nella società che “produce equilibrio” è la classe media. La globalizzazione ha distrutto la classe media.

In questo modo, in epoca globalizzata, nell’illusione d’evolvere è stato smontato un altro mito della sinistra: il WELFARE STATE. Lo STATO DI BENESSERE è stato un successo nell’integrazione sociale dopo due guerre mondiali.

Oggi con la delocalizzazione, il lavoro e un equilibrio tra tipologia d’impiego e reddito non sono più assicurati. Un fenomeno attivo non solo in Italia, dove gli effetti sono gravi, ma in tutto l’Occidente. Quanta democrazia è possibile mantenere con 3 milioni e 100mila disoccupati? Chi non trova lavoro è un disoccupato, ma anche chi ha lavoro, vive su redditi poveri in piena incertezza. Possiamo costruire una società su bassi redditi e in un perenne stato d’insicurezza?

Chi progettò la globalizzazione non capì le conseguenze in termini di disoccupazione dalla delocalizzazione.

Da qui le gravi implicazioni nella vita privata e affettiva degli occidentali.

Infatti abbiamo scoperto che ciò che c’è d’incerto nel lavoro, diventa aleatorio anche nella vita privata.  Il riferimento è al 42% di divorzi e 60% d’abbandoni tra coppie conviventi. Su questo si rinvia al libro di John Carlins: La sessualità nella società globalizzata, edito da Armando.

Proseguire sulla via della globalizzazione potrebbe voler dire aumentare le quote d’incertezza e disoccupazione. A questo punto serve un ripensamento. Questo non vuol dire tornare indietro nella storia, ma ricreare un mondo valido. La sinistra, che ha voluto la globalizzazione, è in totale crisi in tutto il mondo. Votare la sinistra, significa restare nelle attuali condizioni. Voler modificare l’attuale quadro sociale critico nella società occidentale, significa rivolgersi alla destra politica. A onor del vero, la sinistra ha saputo porre un rimedio ai guasti della globalizzazione. Questo è avvenuto attraverso il reshoring (facoltà di sociologia dell’Università di Chicago – febbraio 2012). Il reshoring ha avuto successo sia negli Usa sia in Gran Bretagna. Non è stato ancora recepito in Europa, nonostante ci siano (per ora) governi di sinistra in Francia e in Italia.

L’Occidente si sta rivolgendo a destra dalla delusione della globalizzazione. L’evento più significativo di questi mesi riguarda le elezioni presidenziali americane. La novità si chiama Donald Trump. Va osservato come, sempre nelle primarie statunitensi, ci sia un risveglio della sinistra. Abbandonando i soliti nomi (la signora Clinton) la ricerca è nella radicalizzazione estrema. Lo scopo è la rigenerazione. E’ il caso della proposta Sanders, affascinante e mitica. Sanders ha la capacità di rilanciare il mito della sinistra avanguardista. Questo anche se completamente squalificata per gli effetti che la globalizzazione ha già dispiegato nel mondo. Il reshoring è certamente un successo non sufficiente per riequilibrare i conti di milioni di disoccupati in tutto l’Occidente.

In Italia si conferma l’ANOMALIA ITALIANA. Si tratta di un COLPO DI STATO.

Voluto dal 2011, la violenza alla regola democratica è ancora in fase di consumo con il matteo renzi. Un soggetto non votato da nessuno.

Anche nel nostro Paese l’elettorato si sta spostando verso la destra politica. E’ già avvenuto in Polonia, Ungheria e in Germania.  L’aggravante, tutta nazionale è un vuoto d’interlocutori nella destra. In pratica gli elettori vanno a destra, ma non ci sono i leader in grado di ricevere il consenso. Non abbiamo un De Gasperi, manca terribilmente un Cavour, non pronunciamo neppure il nome di un Giolitti. Si tratta di uomini che hanno creato la destra politica rendendo grande questo Paese. Potrebbe anche esserci un Trump europeo però ancora non è identificabile (forse la Signora Le Pen?). Il ricordo corre alla Signora Margaret Thatcher.

Concludendo, la destra politica si offre come scelta valida in tutto l’Occidente. Questo nonostante la carenza di politici adeguati. La destra ha successo perchè si pone alternativa all’era globalizzata. La globalizzazione ha miseramente fallito la sua missione, impoverendo le prospettiva di vita degli occidentali.